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Rosie
Lebid toerin
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Inserito il - 13 settembre 2004 : 15:47:45
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Ho sentito parlare di "futili motivi" per morire... un altro Gandalf disse: "Possiamo solo decidere cosa fare del tempo che ci viene concesso" Io tra le varie scelte, intese anche come libero arbitrio, includo anche la scelta del come morire. Al condannato a morte si concede un ultimo desiderio, spesso è la scelta del come morire, ai malati oggi, non si dà nemmeno questa scelta. Io lo trovo barbaro... La legge ci deve essere, per evitare casi di scelte fatte da terzi per motivi economici, (non oso pensare quante morti precoci di vecchietti con l'influenza...^_^) L'eutanasia, non è suicidio, è abbreviare uno stato di attesa della morte, è un diritto individuale che ciascuno di noi deve avere, e, se come nella vità c'è qualcuno che prende le decisioni in nostra vece (incapacità o minore età) è giusto che possa decidere.
Inquesto periodo storico l'avanzamento della tecnologia e delle tecniche mediche è in una folle corsa alla "salvezza" così veloce ed avventata che non fa attenzione ai normali diritti di tutti. Mi viene da pensare al caso delel anziane donne che non hanno voluto l'amputaiozne del piede, pena, la morte: i medici, i politici e l'opinione pubblica sembravano voler decidere per loro, per fortuna, una delle due si è fatta riconoscere sana di mente e con le proprie facoltà mentali per poter decidere di poter morire con tutti i propri pezzi a posto, e soprattutto, padrona del proprio corpo.
Considerare un valore morale la sopravvivenza mi sembra eccessivo: la sopravvivenza è istintiva. Un valore morale semmai dovrebbe essere la dignità e la volontà dell'individuo.
"Ma è nel carattere della mia gente di meno di quel che pensiamo, temiamo di dire troppo. Quando uno scherzo è fuori posto ci defrauda della parole giuste..."
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balrog
Rossosaggio
Ireland
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Inserito il - 13 settembre 2004 : 16:42:56
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Sono d'accordo con rosie sul concetto della dignità della vita intesa come "qualità" e non solo come vita tout-court...ha detto bene 2ci sono cose peggiori della morte"...e in definitiva quel che sia degno o non degno d'essere vissuto spetta solo a me e a nessun altro...
...invece sono più perplesso e più titubante sul fatto che siano terzi a decidere,in un senso o nell'altro...troppe sono le situazioni e troppi i casi...senza un esplicito consenso (magari antecedente almeno o per conoscenza della volontà più volte espressa,penso a coniugi che hanno vissuto insienme...)sono dubbioso...bisogna essere assolutamente certi che l'eutanasia sia la volontà dell'assistito...come si fa ad avere tale certezza con un bimbo ???
...per quel che riguarda i "futili" motivi: lasciamo decidere a ogni persona cosa sia "futile" o cosa sia un "valido" motivo...anche un mal di pancia al limite,è una questione che riguarda l'individuo e la sua morale,non si vede chi possa avere meglio di se stessi ampia disamina su come agire e sulle decisioni da prendere...
..non capisco come possa essere accettabile che un altro definisca i moventi di ciò che riguarda solo me...
balrog |
Modificato da - balrog in data 14 settembre 2004 08:35:36 |
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Alex the Ruler
Mallorn
Dove meno te lo aspetti
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Inserito il - 13 settembre 2004 : 23:17:24
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I test e le sperimentazioni sul campo sono andati nel migliore dei modi e ora British Telecom ha annunciato di essere in condizione di estendere in modo significativo sul territorio britannico il proprio servizio ADSL Long Reach, una piccola ma decisiva "rivoluzione" della connettività broad band. Il nuovo servizio messo in campo da BT rappresenta un ulteriore passo avanti nella faticosa marcia pensata per consentire la connessione ADSL anche a chi si trova a molti chilometri di distanza da una centralina telefonica abilitata a fornire questo servizio. In passato BT aveva lavorato per portare i propri servizi broad band, quelli che vengono offerti fino ad un megabit per secondo di banda passante, da 4 a 6 chilometri di distanza. Ora il maggiore operatore britannico ha dichiarato che i test svolti in Scozia e in Inghilterra indicano la possibilità che chiunque sia connesso ad una centralina aggiornata possa ottenere il servizio.
Questo, in termini numerici, significa per il Regno Unito estendere da subito ADSL ad almeno un milione di potenziali utenti fin qui non coperti. Ma è solo l'inizio: l'obiettivo di Long Reach è infatti quello di moltiplicare di molte volte il territorio coperto fino ad oggi con l'always on dell'ADSL.
In particolare i test hanno dimostrato che nel 75 per cento dei casi il servizio funziona egregiamente anche sulla lunga distanza. Nei casi rimanenti è stato comunque possibile attivarlo grazie a specifiche configurazioni e soltanto il 5 per cento dell'utenza oggetto delle sperimentazioni non ha potuto fruire del pieno servizio.
"Il lancio di Long Reach ADSL - ha dichiarato l'incumbent britannico - significa oggi che tutte le linee che possono essere raggiunte da offerte di connettività a 512 Kbps potranno essere attivate, indipendentemente dalla lunghezza della linea tra l'utente finale e la centralina".
Inutile dire che la mossa di BT, lungamente attesa dal pubblico britannico, riscuote un grande interesse anche al di fuori del territorio inglese ed è assai probabile che i risultati di quelle sperimentazioni indurranno verso lo stesso obiettivo anche gli altri grandi operatori europei. Nei prossimi giorni si cercherà di chiarire quali sono le aspettative per l'Italia. Come noto, infatti, sono ancora davvero numerose le aree del nostro paese non coperte dall'ADSL per questioni relative proprio alla distanza chilometrica.
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Alex the Ruler
Mallorn
Dove meno te lo aspetti
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Inserito il - 13 settembre 2004 : 23:23:09
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Scaricare la musica uccide il mercato discografico? Gli artisti stanno finendo in mezzo a una strada? Le major vanno in miseria? Secondo una analisi di ArsTechnica firmata dal giornalista Ken Fisher, le cose forse non stanno proprio così. E visto che i legislatori un po' in tutto il mondo stanno colpendo con durezza inusitata chi scarica, minorenni e vecchietti compresi, forse la notizia non è cosa da poco.
Ricapitoliamo. Fisher è andato, nella migliore tradizione del giornalismo investigativo anglosassone, a dare un'occhiata ai conti di BMI, una delle più grandi associazioni di autori mondiali. Il ragionamento è semplice: il download illegale viene penalizzato in modo molto duro perché sta uccidendo l'industria. I legislatori hanno accolto con partecipazione gli appelli degli esponenti del settore. Si usa la mano pesante per cercare di arginare il fenomeno. Ma quanto stanno perdendo le case discografiche? Quanto è profonda la ferita inferta dall'emorragia di vendite causate da una dilagante pirateria?
BMI, se non è una eccezione, indica che le cose potrebbero stare in maniera molto differente, racconta Fisher. L'anno fiscale 2004, appena conclusosi, è stato un anno record. 673 milioni di dollari di fatturato, con un incremento del 6,8%, cioè di 43 milioni. Royalties per 573 milioni, che vanno a compositori, editori e parolieri, con un aumento del 7,5% rispetto all'anno prima, pari a circa 40 milioni di dollari. Si tratta, secondo il Ceo di BMI, Frances Preston, della più grande distribuzione di diritti nella storia dell'azienda.
Ok, direte voi. E' un caso. Anzi, è frutto di una sana legislazione restrittiva, che magari è andata a toccare in modo un po' diretto un equilibrio di pene e multe che finora era gestito in modo differente (negli Usa si rischia di più a scaricare musica che non a scippare una vecchietta). Insomma, questi numeri hanno tutta un'altra spiegazione.
Certo, potrebbe essere così. Però, argomenta Fisher, BMI da dieci anni cresce a una media del 9% annuo. Tanta crisi non ci deve essere. E coloro i quali BMI foraggia, autori, compositori, parolieri ed editori, continuano a guadagnare come quando Napster non si sapeva neanche cosa fosse. Quindi, perché tanti aumenti di prezzo dei prodotti? Perché tanto astio contro chi scarica, neanche stesse sparando su di una folla di cantanti disarmati? A questo Fisher non risponde....
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balrog
Rossosaggio
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Inserito il - 14 settembre 2004 : 13:20:36
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...intendevo infatti parlare di eutanasia nell'accezione moderna di "suicidio assistito",nel senso che oggi viene dato perchè tale esso è...anche perchè io parlerei di suicidio in quanto è lo stesso malato che dà inizio alla procedura e NON il medico che è presente solo come "assistente" nel vero e proprio senso di assistere e si limita (o nella mia accezione dovrebbe limitarsi) a fornire le condizioni tecniche migliori,al limite neppure quelle in quanto fornibili in egual maniera dai familiari...il fatto stesso che la legge parli in Italia di omicidio fa diventare il medico attore primo della vicenda cosa che in realtà non deve in alcun modo essere. E' la volontà dell'assistito che opera NON quella del medico. E così deve essere. In tal senso quindi le miotivazioni di tale gesto sono assoluto appannaggio di chi lo compie. Nessun medico può "uccidere",cioè in prima persona agire,altrimenti sarebbe omicidio.Quindi nessuno va a "farsi uccidere" da un medico.
balrog
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Modificato da - balrog in data 14 settembre 2004 13:55:53 |
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balrog
Rossosaggio
Ireland
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Inserito il - 14 settembre 2004 : 16:02:05
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...infatti qui si stanno mescolando cose diverse...il suicidio deve essere assistito nel momento in cui non sia possibile a chi lo desidera operare in tal senso (come esempio un malato terminale),non ho mai saputo che chi volesse suicidarsi abbia richiesto di farlo in ospedale se ne aveva capacità propria anche minima...è chiaro che l'ausilio del medico e delle strutture ospedaliere si riferisce a questo tipo di casi...
,,,il concetto del "mal di pancia" voleva unicamente definire una assoluta preponderanza del proprio volere su se stessi e la "ben ponderata,permanente e spontanea"volontà dovrà essere espressa dall'indiviuduo e non da altri...un giudice ad esempio...
...in altre parole è la volontà dell'individuo che in questa materia ha assoluta preminenza a mio parere...questo dovrebbe essre ciò che in primis va controllato...
Così come del resto è ben evidenziato da ambedue le leggi sopra riportate.
Quando si parla di "motivi validi" si dovrebbe intendere la capacità conscia e di raziocinio dell'individuo e che quindi codestii "motivi validi" prendendo atto della conoscenza necessaria siano definiti dall'individuo stesso,RELATIVAMENTE a una condizione che richieda l'assistenza medica (per incapacità propria o condizione clinica )necessaria.
In altre parole e per essere assolutamente chiaro per chi devono essere "validi" i motivi in presenza di una richiesta di "suicidio assistito" ( e fermi restando i presupposti medici e di conoscenza necessari): a) per il medico b) per il giudice c) per il paziente
Io sono per la risposta c).
Negli altri casi (assolutamente personali) direi che la cosa non ha senso vederla in tali termini. Se uno vuol morire "per un mal di pancia" e lo vuole fare davvero NON ha bisogno, nè lo può pretendere di avere assistenza pubblica,ma io non ne contesto la volontà se la sua volontà è proprio quella, che lo faccia è suo diritto. Nè io nè altri hanno diritto di impedirgli tale atto,riconosciuta la sua capacità di intendere e volere.
Ma in tal senso ritorno alla mia domanda iniziale: si può in coscienza dire se un bambino abbia DAVVERO volontà di morire?? Si può demandare tale riconoscimento (di volontà) ad altri??
Ma la questione ha così tanti risvolti che si rischia di generalizzare e questo non è un campo adatto. Una discussione approfondita comporterebbe tanto tempo che non posso concedermi, quindi mi concedo solo poche considerazioni generali.
balrog
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Modificato da - balrog in data 14 settembre 2004 16:47:51 |
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balrog
Rossosaggio
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Inserito il - 15 settembre 2004 : 08:21:56
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...no,a mio parere non è una forma di eutanasia (a meno di gravi e irreversibili malformazioni del nascituro che ne comportino la morte)....è molte cose ma non eutanasia...
Inoltre a stretto rigore,l'aborto è praticato quando non si parla ancora di individuo (a torto o a ragione).
balrog |
Modificato da - balrog in data 15 settembre 2004 09:20:51 |
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Alex the Ruler
Mallorn
Dove meno te lo aspetti
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Inserito il - 15 settembre 2004 : 17:39:12
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Un giro vorticoso di email e animate discussioni sui newsgroup accompagnano in queste ore il montare della protesta contro le tariffe ADSL italiane, giudicate assai più elevate di quelle di altri paesi, come la Francia.
La protesta, che ha preso corpo in una petizione già sottoscritta mentre scrivo da più di 3.400 utenti, si riferisce nello specifico ai prezzi che per esempio sul mercato francese praticano carrier che operano anche in Italia.
Tra i casi citati nella petizione ( http://www.petitiononline.com/adsl04it/petition.html ) quello di Telecom Italia. La divisione francese dell'incumbent italiano, infatti, pratica prezzi affatto diversi rispetto a quelli adottati in Italia: Alice Super in Francia, una connessione da 1024 Kbits, viene tariffata a 5,48 euro al mese contro i 64,95 euro che lo stesso servizio costa agli italiani. Qualcosa di simile accade con l'ADSL da 640 Kbps: il servizio Alice in Francia costa tre volte meno che in Italia.
I promotori della petizione hanno anche eseguito ulteriori verifiche con altri operatori, come Tiscali o Tele2, anch'essi operanti sul mercato francese. In tutti i casi le differenze tariffarie sono vistose o abissali.
Al momento, sull'argomento né Telecom Italia né l'Autorità TLC hanno ancora rilasciato commenti ufficiali. La redazione sta comunque lavorando su una approfondita inchiesta che verrà pubblicata a breve e che farà luce sulle ragioni di queste imponenti diversità tariffarie. Intanto, di ora in ora, la petizione si arricchisce di firme. Se lo credete firmate anche voi. Io l'ho già fatto.
Al sito sopracitato troverete ulteriori esempi esplicativi e poi, se vorrete potrete sottoscrivere la petizione.
________________________________________________ Io non voglio essere il migliore, io voglio essere una leggenda. |
Modificato da - Alex the Ruler in data 15 settembre 2004 17:40:51 |
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balrog
Rossosaggio
Ireland
2052 Messaggi |
Inserito il - 17 settembre 2004 : 14:11:11
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Ecco qua un "interessantissimo" articolo dell'impavido e ineffabile Feltri...senza commenti che non ne ha bisogno...
Vittorio Feltri per Libero
Caro Renato, condivido solo mezza riga del tuo articolo-omelia: «questa intemerata temo ti abbia annoiato». Peggio. Non ho capito cosa tu volessi dire. Forse non intendevi dire niente, bensì esprimere un turbamento, l’angoscia per le due Simone prigioniere e probabilmente con la vita appesa a un filo esile, molto esile. Se è così, e spero sia così, sottoscrivo lo sfogo. Chi è padre ha una speciale sensibilità alla sorte dei ragazzi, nei quali vede i suoi. Avendone quattro, ho qualche esperienza. Però Renato, la prossima volta, se desideri manifestare certi pensieri, rivolgiti a “Telefono amico”.
La tragedia incombente meriterebbe altre riflessioni. Stiamo parlando dell’Iraq, non della Svizzera. Chiunque abbia seguito la cronaca non ignora i fatti. Ho perso il conto dei decapitati, dei rapiti e dei morti ammazzati: decine, centinaia, migliaia. Ricordo i giorni di Quattrocchi, le polemiche e le accuse, i sarcasmi. Quattrocchi e i suoi amici furono liquidati come mercenari, avventurieri, vittime di un incidente sul lavoro. Ed eravamo all’inizio della mattanza, ancora non si immaginava a quale punto arrivasse la crudeltà dei combattenti islamici.
Quattrocchi morì con dignità stupefacente; impartì una lezione di come ci si comporta dinanzi al “plotone d’esecuzione”. Eppure fu sfottuto da gran parte della sinistra, «un camerata», scrisse qualcuno con ironia. Insomma Renato, oggi se uno è inconsapevole che l’Iraq va in cenere, oltre ad essere disinformato è stupido. Da Quattrocchi in poi i cadaveri del terrorismo si sono moltiplicati. Te ne risparmio l’elenco. Settimane fa, toccò a Baldoni finire tra le grinfie dei sicari al servizio del “dio buono e misericordioso”.
Alla vigilia della partenza, tutto eccitato egli concesse una intervista a la Repubblica in cui confessava: “Amo le vacanze col brivido”. Tu ed io concludemmo che era un folle, un temerario. Il nostro ragionamento lineare era: come si fa a entrare nella gabbia del leone senza valutarne i pericoli? Roba da esaltati. Baldoni in quella gabbia ci ha rimesso la ghirba; nulla di più scontato. Tu dopo, anzichè scuotere il capo e commentare la sua morte come un evento previsto, ti sei accasciato sulla sedia e in coda a un “fondo” hai scritto: sono pentito di aver dato del pirla a Enzo. Comprensibile. Davanti a un cadavere vince la pietà sul ragionamento.
Adesso però esageri. Siccome non riesci ad argomentare la convinzione delle scelte sbagliate fatte dalle signorine di Rifondazione, tiri in ballo il Vangelo di Marco, Terenzio, il Vietnam, Ulisse, Dante e Solgenitsin. Quanta confusione. Qui siamo di fronte a due ragazze un po’ balenghe o almeno incoscienti, imbevute di idealismi bertinottiani e dilibertiani, pacifiste (sinonimo di antiamericane) e quindi senza giudizio, le quali hanno aderito al progetto “Un ponte per...” realizzato dall’ala movimentista di Rifondazione, e sono volate laggiù persuase di aver diritto alla incolumità in quanto amiche degli iracheni moderati, come se ce ne fossero. Ingenuità, buona fede, entusiasmo beota?
Qualcuno avrà delle responsabilità per averle indotte alla acriticità. E dovrebbe risponderne sul piano politico, credo. O sorvoliamo? Non ci sto a beatificare le Simone. Non ti vengo appresso su questo terreno scivoloso. Non sia mai che altre Simone, attratte da prospettive di santificazione, imitino con la mia spinta (basta la tua) due poveracce schiavizzate dagli assassini di Allah. Ammetto. Esistono persone votate al sacrificio, attratte dal martirio, aspiranti al suicidio. Si accomodino. Non sarò io però a dar loro una mano; ho altri impegni. Il confine tra gli altari e il neurodeliri è labile.
Gli eroi appartengono a una razza ammirabile, ma attenzione: come distinguere un eroe da un cretino? Secondo gli estimatori del “bel gesto”, i kamikaze sono gli ultimi futuristi. Personalmente li considero dei deficienti. E i volontari? Altra categoria. C’è chi la sera, terminato il turno in fabbrica o in ufficio, va al cottolengo e porge la padella all’infermo, e c’è invece chi va in giro per il mondo dopo aver posteggiato la mamma all’ospizio. Fare del bene serve a conquistarsi il paradiso? Ok. Ma fare del bene a chi punta al tuo male è da stupidi. Collaborare col boia poi è il colmo dell’autolesionismo.
Le Simone non avevano dubbi sulla gentilezza d’animo della gente che soccorrevano; eppure sono state sequestrate. Evidentemente hanno avuto torto a fidarsi. Ognuno della propria vita fa quello che gli garba, anche dedicarla agli iracheni. Poi però non si affermi che il governo è obbligato a salvargliela, magari pagando il riscatto coi soldi dello Stato, cioè nostri. Berlusconi ha già parecchi problemi, gli mancava da risolvere quello delle Simone finite nei guai mentre sistemavano i libri nella biblioteca di Bagdad.
Chissà perché non si può esportare la democrazia, tuttavia si esporta il volontariato e il neocomunismo. Renato, a me delle piccole patrie non importerebbe nulla se non fossero minacciate, come quelle grandi, dal terrorismo islamico. Cito la tua citazione di Gesù: “A che serve guadagnare il mondo intero se poi perdi te stesso?”. Attualizzo: “A che serve guadagnarsi la simpatia degli iracheni se loro ti rapiscono e ti sgozzano?”.
Che parole si possono usare per descrivere tutto questo ?? Io non ne ho. BALROG |
Modificato da - balrog in data 17 settembre 2004 14:26:19 |
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AmonSûl
Sveltamente
Nowhere Land
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Inserito il - 17 settembre 2004 : 14:41:50
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Bella la citazione finale... e in quel parallelo spiega molto dei neuroni che fibrillano nel suo cervellino...
_________ ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce... e poi il futuro... [:115] |
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Merry
Entino
Pepperland
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Inserito il - 17 settembre 2004 : 23:28:37
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Uh! L'ho letto.... pensare che mi lamentavo della Fallaci. Santo cielo. Com'è che si dice? "Abbiamo toccato il fondo, ora cominciamo a scavare": c'è gente che non ne ha abbastanza neanche di scavare. [xx(] [V]
"...ed ora apprendiamo che Re Dain è caduto, combattendo nella Valle..." (Gandalf) Metamorfosi da un'adunanza.
Mitakuye oyasin! |
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AmonSûl
Sveltamente
Nowhere Land
4501 Messaggi |
Inserito il - 20 settembre 2004 : 10:07:34
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Mhmm... pace pace pace...
tutti ne parliamo ma mi sa che pochi hanno capito di cosa si parla (a volte è una parola talmente enorme che mi lascia spiazzato)...
x Gandalf: non ho capito se quello che hai scritto lo hai scritto tu o la Fallaci, se commenti tu Feltri dopo aver detto che non hai letto ciò che ha scritto... ^^
dopo questa precisazione... non mi pare che il senso del tuo post sia lo stesso di Feltri, perciò mi sento di dire che anche se avete detto un paio di cose simili, nei contesti diversi diventano del tutto diverse. Il simpatico direttore del Giornale dice in pratica che le uniche persone che lo stato deve salvare sono quelle che manda lui. Indipendentemente dal motivo per cui le manda. Ma: - ogni cittadino italiano è parte dello stato e quindi qualunque cosa faccia, anche se pazzo, ha il diritto all'assistenza da parte della sua nazione - le missioni di pace devono essere qualcosa di organizzato, su questo tutti d'accordo, ma non nel senso di "andiamo là in tanti", ma fatto da persone che sanno quello che fanno, da organizzazioni che hanno uno scopo preciso... e questo comunque mi sembra il caso dell'organizzazione delle due ragazze - qual'è il criterio per cui si è intelligenti o stupidi nel fare volontariato in zone a rischio? X Feltri, come per moltissima gente, le persone buone sono anche fondamentalmente un po' stupide... e quindi traviabili da organizzazioni politicizzate... "Bello" poi anche il concetto fatto passare sottobanco che le due ragazze facciano parte di quella categoria di persone che lasciano a casa la madre morente e fanno le volontarie da altre parti (e io che mi lamentavo dei sottintesi di Repubblica [:p]) - se un mio ipotetico figlio volesse andare in Iraq ci penserei molto e molto parlerei con lui... Secondo la logica "pragmatica" prima mandiamo i soldati a uccidere tutti i loro soldati (con metodi efficienti per i nostri soldati, un po' meno per la popolazione che muore e si sente pure dare dell' "effetto collaterale"), poi chiamiamo i volontari e le nostre aziende ad "aiutare" loro (e noi stessi ^^) a ricominciare?? Penso che non ci voglia la spinta "religiosa" per capire che andare in Iraq non è solo "risolvergli i problemi"... ma può anche essere un testimoniare un modo diverso di vivere, un imparare da loro e condividere le loro giornate e le loro difficoltà, nel sogno che un giorno questi gesti non siano più così strani da far dire "perchè lo fate?". E magari partecipare anche a progetti pratici che puntino al miglioramento delle loro condizioni... Ma senza aspettare che il poliziotto cattivo abbia finito il suo lavoro!!! Questa logica magari va bene a Bush per avere in pugno un paese, ma è inaccettabile pensare che nel frattempo debbano subire aspettando giorni migliori... Se mio figlio mi dicesse di voler partire per l'Iraq, oggi, gli chiederei se è preparato, se è convinto e cosa è in grado di fare per loro e con loro. E se anche mi dicesse semplicemente "perchè loro devono vivere così mentre noi stiamo comodi qui?", se fosse semplice tentativo di capire o un senso di giustizia, penso che potrei capirlo... - e lo stato potrebbe fregarsene se viene rapito... sicuramente ci saranno persone, gruppi, organizzazioni, a cui queste persone starebbero a cuore perchè gli stanno a cuore quegli stessi ideali, magari riuscirebbero di più di uno stato svogliato verso chi non segue la sua "logica"...
_________ ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce... e poi il futuro... [:115] |
Modificato da - AmonSûl in data 20 settembre 2004 11:59:27 |
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AmonSûl
Sveltamente
Nowhere Land
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Inserito il - 20 settembre 2004 : 11:51:15
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Quando noi dovevamo liberarci del fascismo, si è sviluppata una cultura e una resistenza antifascista. Pensi che se fossero arrivati i sovietici a "liberarci" non ci saremmo sentiti come gli iracheni oggi? Pensi che in Iraq ci fossero le condizioni perchè vedessero i militari occidentali come dei liberatori? Pensi che abbiano chiesto loro di essere invasi? Se ci fossero state organizzazioni umanitarie stai sicuro che sarebbero venute in italia anche durante la guerra ed è giusto che vadano in Iraq soprattutto perchè là non ci sono le condizioni che invece hanno aiutato da noi la nascita della resistenza...
e poi ho detto che capirei se volesse partire, mica è detto che poi non lo chiuda in casa per paura ^^
la storia è piena di "volontari" che sono andati in posti osceni senza che prima fossero messi in sicurezza... prenderli o no ad esempio sta a noi, per alcuni possono essere dei grandi, dei santi, per altri degli esaltati e stupidi... una certa Madre Teresa andava in mezzo ai lebrrosi (ma prima di lei San Francesco) senza prima chiedere alle autorità che mettessero "in sicurezza" le zone in senso sanitario... dei certi medici senza frontiere vanno nelle zone di guerra DURANTE la guerra perchè pensano che ci sia bisogno adesso, senza aspettare di curare i sopravvissuti dopo i dieci anni di guerra, dopo che gli eserciti hanno messo in sicurezza gli stati (e portata la "loro assistenza"). Se l'iter obbligatorio fosse: 1° Mettiamo in sicurezza l'Iraq. 2° Pensiamo alla sua cultura, sanità, ricostruzione sociale, civile e morale... penso che il tuo ragionamento sarebbe giusto... Ma per me ci sono cose più importanti anche della sicurezza... e che portano alla sicurezza di un paese, anche se per altre strade, magari con più tempo, ma non sono sicuro se con più morti...
Non voglio tornare a parlare della presenza o meno dei nostri militari, ne abbiamo già discusso, ho già detto che nè noi nè gli americani abbiamo le coscienze pulite per rimanere, dovremmo lasciare il posto ai caschi blu, ma con la scusa che ormai ci siamo e ormai la frittata è fatta... Forse non saranno eroine quelle due ragazze, forse non lo sono neanche i caduti di Nassiriya, a cui hanno intitolato una piazza, nella città della Bacca...
V V V non sono sicuro di aver capito del tutto il senso del tuo post... Comunque se qualcuno fa "volontariato pagato" e compie qualcosa di buono non andrò sicuramente a dirgli "no grazie perchè non l'hai fatto gratis". Addirittura considero ovvio che qualcuno ci guadagni anche facendo del bene, ma questo non diminuisce l'effetto, nè lo trasforma in qualcosa di negativo, forse non è il top, ma è meglio di niente. Inoltre, ti assicuro che esistono anche persone (che forse sono pochissime e forse sono in effetti io a vedere troppo positivamente) che hanno altri ideali che non siano solamente il denaro... Infine non credo che quelli che sono andati in Iraq lo abbiano fatto per avere fiaccolate e telecamere... è un problema che non si pongono, nè si pongono il problema se sono eroi o persone comuni... se amano il rischio o semplicemente lo accettano in nome di qualcos'altro... il problema di queste distinzioni è tutto nostro di noi in poltrona che abbiamo il tempo e avanziamo energia per lanciarci in dissertazioni, che effettivamente a pensarci lasciano il tempo che trovano...
_________ ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce... e poi il futuro... [:115] |
Modificato da - AmonSûl in data 20 settembre 2004 12:33:27 |
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trilly
Laurelin
nell'isola che non c'è !
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Inserito il - 20 settembre 2004 : 12:14:05
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Innanzi tutto buona giornata a tutti [:D][:D] avete passato un buon fine settimana? spero di si [:)]
Articolo Feltri.... ho letto qui l'articolo riportato da Balrog e, nonostante non ami assolutamente Feltri, non mi sono particolarmente scandalizzata del suo articolo e mi spiego.
Credo che la maggior parte che "compone" questa nostra societa' sia una societa' piena di ipocrisia e lui, tra le righe e' cio' che ha detto; cosa spinge una persona ad andare a prestare la propria opera di volontariato in questi paesi? Il denaro.... alla base di tutte c'e' il denaro.
Ma pensate veramente che una parsona vada esclusivamente li', magari con il pericolo di farsi ammazzare, per un ideale? L'ideale si chiama denaro ed il volontariato "puro" e' utopia.... Vi porto un esempio "reale": la CRI offriva a chi andava "volontario" a lavorare in un reparto farmacologico in Iraq la somma di 10.000 euro per 38 giorni lavorativi.
Pensate che questa forma sia da considerarsi esclusivamente perche' sento in me' un ideale di pace oppure piu' che altro perche' mi pagano profumatamente, ovvio correndo dei rischi.....
Forse, come dice lui, alcuni ci vanno perche' amano il rischio, chissa'... ma anche il muratore che costruisce una casa rischia, o chi fa' lavori pericolosi rischia (vigili del fuoco per fare un esempio).... e certamente non sono remunerati cosi'....
Quando dice che ci sono operai che a fine giornata magari vanno a prestare la propria opera di volontariato negli ospedali a togliere le padelle... e' vero e lo fanno senza alcun compenso, i volontaria che prestano la loro opera nelle ambulanze lo fanno senza alcun compenso e rischiano.....
Quindi non facciamo diventare "eroi" coloro che "sanno" a cosa vanno incontro perche' nessuno punta il fucile loro per andarci, e' una libera scelta.... ma mi viene da pensare ancora un'altra cosa ed e'' che forse andare in Iraq, hai l'onore delle cronache e delle fiaccolate, mentre invece chi va' in centro Africa a prestare la propria opera magari in qualche guerra dimenticata da Dio, muore nel piu' assoluto anonimato... ma guerra e' una e guerra e l'altra....
Ma giustamente anche qui.... ci sono guerre di serie A e guerre di serie B....
Trilly
* ^ * ^ * ^ * ^ * Carpe diem quam minimum credula postero. Cogli il giorno e nel domani credi il meno possibile Orazio ______________________ quando il Bal scrive la firma tutto in maiuscolo... mi devo preoccupare !!
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balrog
Rossosaggio
Ireland
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Inserito il - 20 settembre 2004 : 13:01:22
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... forse è vero che certa sinistra, nel nome di alti ideali, convince ragazzi ad azioni azzardate e non coordinate, come è vero che certa destra, nel nome di valori eroici, convince ragazzi ad azioni altrettanto azzardate....(Gandalf)
Da dove deduci tale affermazione ??? Nomi,date,fatti... Conosci le persone in questione?? Conosci l'organizzazione in cui lavorano?? E se non loro quali organizzazioni starebbero "reclutando" personale subornando il pensiero di giovani "stupidi" come li chiama Feltri ???
...se è invece semplicemente una affermazione puramente "ideologica" la respingo al mittente...(come ideologica è quella di Feltri...stronzate del tipo "la democrazia non si può esportare ma l'aiuto umanitario si" tanto per capirsi) 8se poi feltri vuol dirci che "l'aiuto umanitario è di sinistra e l'esercito è di destra...beh allora siamo davvero al grottesco...)
Se si vuol dire che quelle due persone sono "sprovvedute" (come si è voluto da parte di certi ambienti governativi e non far passare) su quali argomenti si basa tale affermazione ??? Sul fatto forse che SOLO strutture governative (in altre parole l'esercito???) possono operare in tale paese ??? Ci si dimentica forse che questa guerra iol popolo italiano non la ha mai voluta ??? Che questa guerra è stata appoggiata politicamente dal governo italiano in ogni sede??? Che sono unità dell'ESERCITO che sono state mandate e pesantemente armate per giunta ??? Non è forse per spartirsi una fetta di torta (sia politica in sede mondiale che economica sotto forma di benevolenza da parte degli USa sia nella prospettiva ricostruzione) che esso è stato mandato??? Non è forse vero che i pacifisti di ogni parte del mondo (nonchè questa volta i più importanti governi europei e non)avevano bollato questa guerra come insensata,foriera di lutti immani per il popolo iraqeno,nonchè della totale distruzione del paese,nonchè di una drammatica recrudescenza del terrorismo che tale guerra avrebbe scatenato??? ...e vi sarebbero innumerevoli altri motivi... E di fronte a persone che NONOSTANTE CIO' hanno il coraggio di affrontare tale situazione DISARMATI,sapendo bene quali pericoli corrono e assumendosi anche responsabilità non proprie (almeno non in prima persona,perchè come dico sempre la RESPONSABILITA' DI TUTTO QUESTO LA PORTIAMO ADDOSSO TUTTI)si devono sentiti anche sbeffeggiati da tipi come Feltri che hanno appoggiato tale guerra e che ne condividono le finalità (e se permettete anche le conseguenze).
Questo articolo è pieno del qualunquismo più becero,di perbenismo d'accatto,di moralismo da fiera paesana,di "real politik" da museo degli orrori e specialmente (ma è inevitabile) di ipocrisia. Questo articolo è una accozzaglia di inqualificabili "commenti" (lo uso tra virgolette per esprimere il più alto disprezzo per le "idee" da esso riportate e userei altre parole),che definire disumani per la "differenza" che viene sottesa tra vite umane e ancor più perchè parla,sempre in maniera subdola e ipocrita,che "sta bene" a queste persone ciò che gli succede... ...e anche se queste persone fossero effettivamente "sprovvedute" bisognerebbe ricordarsi comunque che esse sono lì ad aiutare persone disperate e che come tali vanno non solo rispettate per le scelte PERICOLOSE fatte NONOSTANTE il pericolo a cui vanno incontro...
...e Feltri questo rispètto non solo non lo ha ma ,cosa ancor più barbara, ne fa un problema di posizione politica,di schieramento...
Che ipocrita defve essere un personaggio che parla di rapimenti e sgozamenti di ostaggi e dimentica 70.000 iraqeni morti....che ipocrita deve essere un tale personaggio che dà voce zai penseri più indegni di aprte della società di questo paese "democratico" che fa dei propri morti degli "eroi" se in divisa o per convenienza (come la vicenda "elettorale" Quattrocchi ha evidenziato) e che fa degli "stupidi" gli altri...che ipocrita deve essere una persona che parla di denaro "nostro" sperperato per "gente così"...che maledetto ipocrita deve essere che parla di "guai a Berlusconi" quando ha "altro a cui pensare" ,che stramaledetto ipocrita deve essere quest'uomo che a fronte di tutto ciò (e altro ancora ma sono troppo incazzato e anche troppo schifato per parlarne oltre,in fondo si merita solo di essere ignorato e disprezzato)prende su di se la corazza dell'uomo che esprime una "opinione" controcorrente sapendo bene quale posizione e quale pensiero e di qual tipo di persone esso è portabandiera.
Quelle due rafgazze hanno preso su di se (io credo) la responsabilità più grande!!! Quella di sentirsi coinvolti in una situazione non da loro voluta,che potevano evitare (come ben fann rilevare sia Feltri sia Gandalf)e si sono dette che andare lì era loro DOVERE,che era loro dovere portare a quella gente la faccia civile di questo paese e per questo io le onoro (a onta della mia ipocrita incapacità di fare lo stesso,ma qualcosa nei limiti della mia età e di tante altre contraddizioni ho fatto -molte di più quando avevo la loro età-)
Non mi flagello pubblicamente per sentirmi meglio,ma neppure mi autoassolvo come molti in questo paese fanno.
Tanta gente ha preso su di se le colpe di noi tutti,rischiando la propria pelle per ricordarci questo: "NOI SIAMO COINVOLTI,CHE LO VOGLIAMO OPPURE NO".
"provate pure a credervi assolti ,siete lo stesso coinvolti"
BALROG
P.S. La parola fatata è "interdipendenza". In epoca di globalizzazione se una farfalla sbatte le ali a Pechino,piove a New York. prima lo capiremo meglio sarà.
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Modificato da - balrog in data 20 settembre 2004 14:36:25 |
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AmonSûl
Sveltamente
Nowhere Land
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Inserito il - 20 settembre 2004 : 13:16:33
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x Gadalf: io mi sono sforzato di capire il tuo parallelo tra liberazione dal fascismo e "liberazione" da Saddam, per quanto mi sembrassero diversi... Il tipo di intervento dei personaggi sopra citati non mi sembra così diverso invece... sono d'accordo col Balr quando dice che quelle persone sono lì per mostrare la faccia migliore del nostro mondo... e soprattutto non penso che in questo momento la loro presenza sia inutile... nonostante tutto... per persone come loro ho molta riconoscenza...
_________ ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce... e poi il futuro... [:115] |
Modificato da - AmonSûl in data 20 settembre 2004 13:17:53 |
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balrog
Rossosaggio
Ireland
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Inserito il - 20 settembre 2004 : 14:05:49
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...questo non è il mondo del 1939, nè i "liberatori" hanno diritto morale nell'esportare democrazia in alcun luogo...come ha fatto notare perfino feltri...e Kofi Annan ha detto LUI STESSO che non vi erano ragioni legali di alcun genere in questa guerra di "liberazione"...etcetcetc...come si fa a confrontare sittuazioni storiche così palesemente differenti non so...
...questa non è una guerra tra Stati ,con frontiere ben precise,con occupazione di territori...è una guerra che non si può vincere occupando,è una guerra che si può vincere solo CONVINCENDO...cioè dando prova di buona volontà,dimostrando di avere intenzioni coincidentin a quelle degli "occupati",oneste,tangibilmente coerenti con una politica di evoluzione non di sfruttamento,in altre parole proprio NON occupando...moralità aldilà delle armi...gli USA questo non lo hanno ancora capito (nonostante il Vietnam) e sono ancora pieni di crisi patriottiche e del "io sono meglio"...così non si va da nessuna parte,anxzi si va solo verso la rovina DI TUTTI...smettiamola non solo di seguirli ma lavoriamo perchè lo capiscano al più presto!!! Questa è la "pace" che dobbiamo perseguire.
I "nostri" non verranno a salvare nessuno,perchè non c'è nessuno da salvare,nè luogo dove arrivare e neppure gente che voglia essere "salvata" da loro...
Noi in realtà siamo i Fankestein che hanno creato i "mostri" e che ora si lamentano che essi fanno ciò che gli anbbiamo insegnato,anzi che li abbiamo creati così bene che addirittura loro CREDONO FERMAMENTE in ciò che fanno e comportandoci come noi fino ad ora abbiamo fatto non facciamo altro che crearne ancora ed ancora.
A ben vedere noi ci troviamo nelle stesse condizioni di Ghandi quando disse agli indiani: "Noi dobbiamo dimostrare agli inglesi che VOGLIAMO la libertà con atti che non risveglino il loro amor patrio,la loro combattività,la loro pretesa superiorità " E' così tragicamente ironico. Lo sapete nevvero che un terrorista si sente a noi superiore per le azioni stesse che compie.
L'esempio di quelle due povere ragazze (non quello di un esercito "pacificatore" )è quello di cui parlava Ghandi. E' con esempi come quelli che FORSE riusciremo a convincerli. Se già non è troppo tardi.
balrog
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Modificato da - balrog in data 20 settembre 2004 15:21:42 |
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AmonSûl
Sveltamente
Nowhere Land
4501 Messaggi |
Inserito il - 20 settembre 2004 : 16:02:11
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l'incomprensione non era per quei motivi, Gandalf, ma per il fatto che, secondo me, il contesto italiano della II guerra mondiale e quello iracheno, sono talmente diversi che se allora hanno aiutato noi sbarcando, se avessero voluto aiutare l'Iraq invece non avrebbero dovuto sbarcarci dentro...
ho capito il senso del tuo post, ma come sia io che il Balr abbiamo detto, penso che l'azione di un volontario che vive accanto a loro, non sia per niente inutile... poi bisognerebbe chiederlo alla popolazione se sono utili o no... ma io non penso proprio, nonostante siamo in generale visti come occupanti, nonostante forse non riescano a fermare il massacro...
"Spero che qualcuno si decida a cominciare il processo di pace e a liberare l'Iraq con l'esercito e a portare aiuti con i volontari."
i volontari ci sono e secondo me un progetto ben preciso ce l'hanno (anche se magari a noi non pare), aspettiamo che qualcuno "liberi" l'Iraq...
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Rosie
Lebid toerin
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Inserito il - 20 settembre 2004 : 23:09:47
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Quelle due deficienti (e sininimi vari...) di Rifondazione, amiche dei terroristi dovrebbero morire sgozzate e visto che sono comuniste, non hanno diritto ad aiuti.
Riassumendo quell'articolo... e c'è qualcuno che è d'accordo..molto confortante. Niente balle, c'è scritto esattamente così, chiunque sia d'accordo, anche in parte, si faccia due conti.
Tralascio il commento lungo...[:D]
"Ma è nel carattere della mia gente di meno di quel che pensiamo, temiamo di dire troppo. Quando uno scherzo è fuori posto ci defrauda della parole giuste..."
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AmonSûl
Sveltamente
Nowhere Land
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Inserito il - 21 settembre 2004 : 14:57:51
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Gandalf non punzecchiarmi... chi ha detto che gli Iracheni stavano bene con Saddam? Sto dicendo da parecchi post semplicemente che la guerra NON andava fatta, c'erano altri modi per favorire la nascita di un sentimento di resistenza o favorire comunque l'opposizione al regime, se questa era la nostra "missione"... Ma oltre a rispondere alle domande che ha fatto il Balr spiegami come avrebbero dovuto farla sta guerra gli americani per non irritare la gente (mettiamola così...): l'unico modo era non farla, hanno sbagliato il modo perchè era sbagliato il fine... In Italia erano accolti come liberatori perchè NOI li volevamo, in Iraq sono stati visti come invasori perchè NON ERA COSI' che gli Iracheni volevano che andasse la "liberazione da Saddam"
spero di essermi spiegato...
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non ho condiviso alcune delle idee da te espresse, e anche da Trilly a dire il vero... riguardo al volontariato in Irak e in generale però ho trovato qualcosa che esprime meglio di quanto possa fare io concetti che condivido al 1000%... li voglio offrire a tutti, a tutti quelli che hanno voglia di perdere un po' di tempo per leggerli questo trafiletto si commenta da solo e automaticamente fa pensare... L'ho letto su "Famiglia Cristiana" che io reputo una rivista molto interessante e obiettiva su parecchi temi... Lo copio dal sito che si fa prima ^^
IRAK SIMONA PARI E SIMONA TORRETTA, LE DUE VOLONTARIE IMPEGNATE SUL "FRONTE" UMANITARIO
"VITTIME" DEL BENE
Hanno salvato migliaia di bambini portando farmaci vitali nei villaggi più sperduti. Sapevano di rischiare la vita, ma erano determinate: volevano aiutare un Paese che soffre.
"C'è qualcosa di perverso nelle analisi fatte in questi giorni sul rapimento di Simona Torretta e Simona Pari. Qualcuno ha tuonato a favore della guerra, come peraltro fa da tempo, giustificando la scelta dell’intervento armato in Irak con un nuovo motivo: il terrorismo ha rapito perfino le pacifiste. Per costoro le due volontarie di "Un ponte per..." sarebbero dunque «vittime della pace» (e del pacifismo), e non della guerra e delle sue inevitabili e prevedibili conseguenze. L’affermazione è meschina. "Simona & Simona" non erano pacifiste. Erano cooperanti, si occupavano dei poveri, dunque lavoravano per la pace. È ora di smetterla di disprezzare chi lavora per la pace, è ora di smetterla di chiedersi se chi lavora per la pace vota Destra o Sinistra. Questo rapimento non c’entra niente con il rapimento dei quattro italiani. È semplicemente diverso. I quattro giovani italiani rapiti, il povero Fabrizio Quattrocchi ucciso e gli altri liberati, erano andati in Irak a cercare fortuna.
Simona Pari e Simona Torretta erano andate a portare qualcosa ai più sfortunati tra gli iracheni. L’aver messo sullo stesso piano, in questi mesi, cooperanti, giornalisti, guardie del corpo, soldati combattenti è frutto della logica della guerra e della macchina che la gestisce, dove dentro vengono tutti stritolati, chi porta il cibo, chi sgancia le bombe, chi guida i carri armati, chi i convogli di medicinali. Il nostro Governo ha interpretato da qualche anno le operazioni militari di imposizione e di mantenimento della pace come intervento umanitario, scavalcando a volte il lavoro delle Ong. Ciò ha creato confusione. Anche dal punto di vista finanziario assistiamo a qualche pasticcio. L’anno scorso il Governo aveva tentato di girare l’intero pacchetto di soldi destinato alla cooperazione per lo sviluppo (530 milioni di euro) all’operazione militare in Irak. L’Italia è il Paese al mondo che sostiene di meno le proprie organizzazioni non profit nel campo della cooperazione internazionale. Spendiamo 10 volte di meno della Germania e dell’Olanda. Eppure vogliamo un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell’Onu."
Alberto Bobbio
questo era il corsivo introduttivo... già che ci sono (e già che non devo ricopiarlo) vi metto anche il resto del servizio...
"Restano, no, se ne vanno. E anche: ma che ci fanno lì, se ne vadano, è troppo pericoloso e poi ci tocca salvarle, detto e scritto dai soliti agitatori in servizio permanente, le stesse facce di bronzo che un anno e mezzo fa garantivano che Saddam aveva le armi di distruzione di massa, sei mesi fa giuravano che in Irak non c’era la guerra ma solo un pugno di terroristi, tre mesi fa suonavano la grancassa di una commozione, a quanto pare strumentale perché non reiterata, per la sorte dei quattro bodyguard rapiti come Simona Torretta e Simona Pari. È probabile che le Ong italiane, nei pochi varchi del dolore e della preoccupazione di queste settimane, riescano anche a ridere di certe parole, loro che sono abituate a fuggire da Paesi in guerra per rientrarvi appena possibile, come, per esempio, hanno fatto tante volte in Kosovo, in Albania, o in quell’Afghanistan che il 9 ottobre va a votare, cosa che l’Irak sogna di poter fare entro il gennaio 2005.
È forse inutile chiedere ai furori ideologici italiani (animati e sostenuti da personaggi che non sanno, né, soprattutto, vogliono sapere, cosa succeda davvero oggi in Irak) di capire quanto sia importante il lavoro di Simona e Simona e di altri come loro. Proviamo ad aiutarli con qualche cifra. L’Unione europea ha finora versato alle Ong attive in Irak la cifra di 10 milioni di euro (di cui 5 alle Ong italiane), e altri 30 milioni li ha versati Echo (Ufficio affari umanitari della Comunità europea): vale a dire, facendo il conto della serva, il 12 per cento della somma finora spesa per la ricostruzione del Paese dagli Usa, che dopo tutto hanno fortissimamente voluto questa guerra. Non sono quattro soldi, e infatti di cose se ne fanno tante.
E non facciamoci ingannare dalla definizione "microinterventi", che ricorre spesso nel burocratese delle Ong. Ho incontrato per la prima volta Simona Torretta nel 2002 in occasione di un viaggio a Bassora, la grande città del Sud martoriata da tutte le guerre di Saddam e contro Saddam, e piagata dall’embargo. In quello stesso anno l’Unicef pubblicava un rapporto, intitolato La situazione dei bambini in Irak 2002, che diceva: «Negli ultimi anni il tasso di mortalità sotto i cinque anni è aumentato del 160 per cento. Questo è in media dieci volte più di quanto la guerra civile (Ruanda) o l’Aids (Sudafrica) abbiano colpito i Paesi dell’Africa».
Simona in quel viaggio portava con sé da Baghdad gli stipendi per medici e infermieri del dispensario aperto da "Un ponte per…" a Bassora, una casetta azzurra sulle rive dello Shatt al Arab. Arrivavano lì, magari dopo viaggi in pullman che duravano giorni, tante madri irachene coi bambini al collo, in cerca di un disinfettante intestinale che faceva la differenza tra la vita e la morte dei loro figli. E in inverno era lo stesso per le infezioni dei polmoni e dei bronchi. Medicinali banali per noi, per loro essenziali, che il "Ponte" comprava a prezzo ridotto in Olanda e spediva in Irak facendo lo slalom tra i sequestri dei funzionari di Saddam e la severità degli organismi preposti al controllo dell’embargo; che Simona faceva arrivare al dispensario; che i medici distribuivano alle madri con le istruzioni sanitarie di base: bollite l’acqua, pulite le stoviglie, curate i piccoli, e così via.
Migliaia di bambini salvati
In anni che avrebbero portato a una strage di bambini (500.000, secondo l’Unicef), quel dispensario ha salvato senza tante parole migliaia di vite. C’è qualcuno a cui questo dispiace? Coloro che criticano il ruolo e le azioni delle Ong in Irak dalle colonne di giornali tanto vicini al Governo, che pure chiede l’unità del Paese nei momenti di crisi, dovrebbero avere il coraggio di dire anche, per coerenza: queste ragazze non avrebbero dovuto esser là e pazienza se migliaia di bambini morivano.
Simona e Simona sono persone spoglie di retorica. Fanno quello che fanno per passione, con le Ong non si diventa ricchi. Durante un altro viaggio a Bassora, nella primavera del 2003, cercai di intervistare Simona Torretta e di farmi spiegare perché avesse voluto restare a Baghdad durante la guerra. Non ne scrissi perché lei non voleva dare pubblicità superflua a quella scelta. Un giornalista o un politico ci avrebbe campato per anni, lei quasi non ne parlava e solo ripeteva che «è giusto stare con gli amici soprattutto quando passano momenti difficili». Quella volta stava partendo un’altra operazione, per rimettere in funzione i depuratori per l’acqua in dieci villaggi della regione di Bassora. Avevo appuntamento con lei in uno dei villaggi, per la consegna della prima autobotte d’acqua potabile. Noi sbagliammo strada, la guida irachena si confuse, arrivammo che l’autobotte se n’era già andata. Ma in quel modo, girando, svoltando, andando su e giù, passammo per molti dei villaggi e vedemmo che cos’era l’acqua per loro: rivoli fangosi in cui lavarsi e attingere, liquidi salmastri per bere e cucinare. Lì i militari non c’erano, e non c’erano neppure le onnipotenti aziende Usa dei contratti col Dipartimento di Stato. Ma Simona e gli altri portavano acqua pura a 100.000 persone.
Il Governo italiano dovrebbe sfruttare di più l’esperienza di persone come queste piuttosto che ridurre gli stanziamenti per la cooperazione internazionale. Se i contadini italiani, all’inizio del secolo scorso, fossero stati aiutati a restare qui, non sarebbero certo andati fin nelle Americhe per sbarcare il lunario. Perché questo non dovrebbe valere per marocchini, senegalesi, filippini o albanesi?
Simona Pari, che incontrai a Baghdad, è una donna giovane, allegra ed entusiasta. E credo che queste caratteristiche l’avessero aiutata a specializzarsi nel rapporto con i ragazzi, gli studenti. Il progetto Farah, che lei seguiva (e che il nostro settimanale ha presentato nel "Calendario della solidarietà"), ha portato non solo a sostenere molte scuole di Baghdad, ma anche a gemellarle (50 elementari, 10 medie, 15 superiori) con altrettante scuole italiane.
Ecco gli esperti veri
È così difficile capire che tutto questo comunque volge a vantaggio di una presenza italiana in Irak? Che dalle famiglie di questi ragazzi è più difficile che esca un giovane disposto, per esempio, a sparare sui nostri soldati? A Baghdad chiesi a Simona Torretta di spiegarmi un po’ di cose sulla psicologia delle donne irachene, che lei incontrava ogni giorno, per un libretto che andavo scrivendo. Mi parlò della loro frustrazione nel non poter approfittare, dopo la cacciata di Saddam, del cambiamento che per istinto avrebbero volentieri abbracciato. E di quanto patissero il revanscismo del clero islamico, soprattutto nel Sud del Paese. Se penso che alcuni consiglieri del Governo italiano dicevano che con la morte dei figli di Saddam la guerriglia si sarebbe fermata, penso che per certi posti dovrebbero essere assunti gli "esperti" veri, quelli come Simona, non quegl’altri.
Gli uomini del contingente italiano a Nassiriya lo sanno bene e infatti hanno sempre auspicato la presenza delle Ong nella loro regione. E un’esperienza felice è stata quella del governatore Barbara Contini, donna anche lei, già impegnata a Bassora nella riabilitazione di scuole per conto del Cesvi, Ong di Bergamo. Fece uno splendido lavoro come sminatore di Intersos, altra Ong, anche Paolo Simeone, poi reclutatore dei quattro bodyguard rapiti. Pensiamoci, anche per quando Simona e Simona potranno tornare alla loro vita e al loro lavoro."
Fulvio Scaglione
questo la dice lunga sulla loro preparazione e motivazione, sulla loro politicizzazione, sulla coordinazione del governo... non vi pare?
se poi avete ancora occhi per leggere vi rimando a questo altro interessante (e più breve) articolo... http://www.stpauls.it/fc/0438fc/0438fc33.htm per la guerra si spendono 4 miliardi di dollari al mese, cioè 122.000 dollari al minuto... pensate che non avrebbero potuto essere impiegati per portare l'Iraq alla democrazia in altri modi? E forse ci avrebbero messo meno tempo, viste le ferite che una guerra comunque apre e questa ancora di più...
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Modificato da - AmonSûl in data 21 settembre 2004 15:09:12 |
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AmonSûl
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Nowhere Land
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Inserito il - 21 settembre 2004 : 21:25:27
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x Gandalf: io dico che non era con l'esercito che si "liberava" l'Iraq, sicuramente non in questo contesto. Tu dici che serviva l'esercito. Ripeto la domanda: come l'avresti usato tu, per fargli liberare l'Iraq senza fargli fare guerre? I caschi blu invadevano l'Iraq???
Tu dici che gli "eserciti liberatori" (non necessariamente USA) potevano fare come gli americani in Italia, io ti chiedo come mai da noi la Resistenza era un movimento di popolo prodotto dal popolo contro il fascismo e a fianco degli Americani, mentre in Iraq la resistenza è la guerriglia che cerca di cacciare gli Americani... non ti pare che non ci siano le condizioni proprio simili a quelle italiane? O dai semplicemente la colpa alla cattiva gestione americana della cosa?
Tu dici che è azzardato andare in Iraq come volontari, mentre non è azzardato andarci con l'esercito. Ha già risposto l'articolo presentando l'assurdo delle ragazze "vittime del pacifismo" Io dico che per aiutare la popolazione (se hai letto gli articoli di cui sopra è quasi inutile ripeterlo) non bisogna aspettare che siano tutti morti. Tu dici che prima bisogna pensare a non offrire bersagli ai terroristi, che bisogna essere al sicuro noi, ovvero tra due anni, quando saranno morti altri 200.000 bambini insieme a (forse) gli ultimi militanti della guerriglia irachena. Madre Teresa aiutava i lebbrosi quando nessuno se ne interessava senza alcun aiuto o appoggio governativo. I medici senza frontiere intervengono senza appoggio dell'esercito, spesso sono i primi bersagli dei guerriglieri che li usano per farsi pubblicità o per ricattare, proprio come in Iraq. Ai volontari, per fare bene e tanto non serve la coordinazione col governo (al più un po' di fondi e di permessi)... al governo servirebbe la coordinazione coi volontari se volesse fare qualcosa di buono...
Tu dici che alcune cose che ha detto Feltri le condividi, ma precisi che il senso del tuo post è diverso da quanto lui dice... aggiungi anche che quello che dice è un'opinione e dev'essere rispettata... La Rosie mi faceva notare che non è sempre obbligatorio rispettare chi insulta platealmente delle persone che meriterebbero (loro sì) più rispetto...
Dici che non bisogna estrapolare frasi dal loro contesto, ma poi aggiungi che quando hai detto che "PUO' ESSERE (ma può non essere) ANCHE VERO che certi di sinistra e certi di destra fanno queste cose" intendevi semplicemente esprimere una possibilità... Se io dico ad una persona "tu potresti essere uno stronzo, ma anche no"... cosa pensi che penserà lui? A) "Questo mi sta dando dello stronzo ma si para il fondoschiena dicendo <ma anche no>. Io comunque ora gli tiro un pugno in faccia". B) "E' ovvio che sono o l'una o l'altra cosa, questo dice una cosa banale e ovvia perchè si è alzato male" C) "Questo tizio ha sentito delle voci e vorrebbe crederci, ma non ne è sicuro e quindi fa illazioni. Non lo meno, ma lo insulto pesantemente" Ecco, il fatto che tu senta il bisogno di fare questi distinguo non mi fa sicuramente scegliere la B)
per la frase del Balr io l'ho interpretato come grottesco nel senso che finchè uno di sinistra si vanta di avere una corrente culturale e di pensiero votata alla pace è assurdo che uno di destra bolli la pace come "di sinistra"... Un'appropriazione indebita al contrario... è come se un ateo dicesse "non do soldi ai poveri perchè è una pratica religiosa"...
per concludere: io ne parlo volentieri... cercherò di smorzare i toni perchè altrimenti non serve a nulla e cercherò per quanto possibile di chiedere chiarimenti invece di infuriarmi eventualmente... ^_____^ Magari così è possibile parlarne anche non di persona...[:D][:D]
PS: ho avuto modo di rileggere l'articolo di Feltri "Simone finite nei guai mentre sistemavano i libri nella biblioteca di Bagdad"... (giusto per farvi imminchiare un po' ^^) Ma vi rendete conto dell'ignoranza (e l'arroganza vomitevole) di questa persona??? E' direttore di un giornale!!! Dite che le notizie gliele racconta Topo Gigio come ad Emilio Fede? _________ ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce... e poi il futuro... [:115] |
Modificato da - AmonSûl in data 21 settembre 2004 21:27:53 |
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Merry
Entino
Pepperland
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Inserito il - 22 settembre 2004 : 15:13:00
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Che un Saddam Hussein non occupi più poltrone od incarichi governativi è indubbiamente un bene. Come si è giunti a tutto questo, poi, è un altro paio di maniche... risultati a dir poco disastrosi.
- Pretesti per l'azione militare falsi. - Ricostruzione già programmata dai privati del governo Bush prima ancora che iniziasse la guerra. Se i conti non tornano, poi, forse non è un caso, o meglio non tornano nell'economia generale, sicuramente tornano nelle saccocce di chi ha investito nella guerra. (imho)
Le scene d'esultanza: ce ne saranno state indubbiamente, ma gli abbattimenti di statue che abbiamo visto, ahimè, sono propaganda da "pubbliche relazioni". In particolare, nel famoso abbattimento della statua di Saddam Hussein, la piazza in veduta aerea risulta semideserta (duecento persone massimo) e circondata dai tank USA: non esattamente una spontanea manifestazione popolare. Le manifestazioni che chiedevano il ritiro dei soldati americani contavano migliaia di persone.
Mi si dirà: la forza dell'immagine è importante e la propaganda è normale in tempo di guerra, minimo dai tempi di Alessandro Magno. Certo... e che brutto impatto d'immagine l'uomo incappucciato ed i corpi ammassati delle torture, purtroppo più "vere" dell'abbattimento di una statua o di un poster stracciato.
Ogni volta che sento parlare un iracheno nelle interviste alla stampa ed alla TV - intellettuali, giornalisti, sportivi alle olimpiadi - più o meno sembra dire: "grazie, siamo contenti che Saddam non c'è più, ora per favore il Paese è il nostro, se non vi spiace. Risorse economiche comprese."
Ci è stato raccontato che si faceva la guerra per combattere il terrorismo, con Saddam Hussein alleato di Al Qaeda. Siamo pieni di terrorismo e continuiamo a farne le spese, i nostri volontari sempre peggio.
Un ultima cosa, questa mi fa paura: il terrorismo. Detto così: "terrorismo". La lotta al "terrorismo". "Al Qaeda". Non è facile e spero di riuscire a spiegarmi: si succedono rapimenti, uccisioni, azioni efferate: è il terrorismo. Quale terrorismo? Perché, e a che scopo? E' questo che non torna. Sembra diventato un nemico indistinto, una specie di "blob" proteiforme, una parola vuota che lascia dietro di sé atrocità che sembrano non aver senso. Islamizzare il mondo? Suvvia... "Al Qaeda": tutto è Al Qaeda, tutto è collegato ad Al Qaeda, oggi si è arrestato un marocchino che fa parte di una banda con collegamenti ad Al Qaeda, in Iraq i rapitori hanno contatti con Al Qaeda...
"Terrorismo" di qua, "Al Qaeda" di là, ed ormai non so più se qualcosa che si chiama Al Qaeda esiste per davvero, soprattutto non capisco il terrorismo che sembra non aver senso: oggi c'è un motivo, domani ce n'è un altro. Come si fa a combattere una cosa del genere con tanta sicumera? Neanche si capisce cosa sia esattamente!
Perdonatemi, ormai sono molto confuso, e temo che il lasciare la gente con questa confusione sia una strategia precisa per giustificare metodi di liberazione sbagliati.
Scusatemi se sono stato lungo.
"...ed ora apprendiamo che Re Dain è caduto, combattendo nella Valle..." (Gandalf) Metamorfosi da un'adunanza.
Mitakuye oyasin! |
Modificato da - Merry in data 22 settembre 2004 15:13:55 |
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balrog
Rossosaggio
Ireland
2052 Messaggi |
Inserito il - 27 settembre 2004 : 11:04:33
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...non so per quale caso ma ultimamente le trasmissioni più interessanti alla TV le vedo in orari assurdi e per un totale caso...( è molto probabile che questo "caso" sia fortemente voluto da chi definisce i palinsesti)...
Ieri sera al TG 5 della notte,ore 24.30 8sto girellando a caso) ecco un fondo di non-so-chi in una rubrica interna di "approfondimento" (sic!!)dal titolo "Terra".
Beh...parlava di noi. Si proprio noi tutti...si rivolgeva a "noi" occidentali (pronome personale plurale).
O per meglio dire.
Si rivolgeva a quella più vieta parte di "noi" che non parte dai fatti ( sic!!!!) per farsi delle idee sulle cose (ultrasic!!!)ma che,come dire??, le idee le ha preconcette...facendo l'esempio di chi addossa la guera in Iraq al povero Bush.
A quelli di "noi" che considerano i rapimenti e relative uccisioni come una "conseguenza" più volte paventata e mai ascoltata di questa guerra,affermando che ce ne fottiamo della gente ammazzata in questo modo.
"Noi" che facciamo distinzione tra un Quattrocchi...in fondo era un "camerata" ci dice...e le due ragazze rapite,dimenticandoci al più presto di Baldoni....e anche di più dei diciannove "morti in divisa" di Nassyria.
Si rivolgeva a "noi" che ce ne fottiamo delle torri gemelle,anzi "ce ne rallegriamo" persino..."ma quanti pacifisti (si domanda l'ineffabile giornalista) c'erano in quelle torri??"
"Noi" che ci dimentichiamo così facilmente che le moschee non sono luoghi di culto ma veicolo per l'odio verso l'Occidente...e che le aprole degli ulema sono solo di circostanza e calcolo politico ma che nessuna voce si alza "davvero" per condannare e semmai far cessare i rapimenti...
"Noi" che passiamo tranquillamente sopra ai sondaggi di Al Jazira in cui si evince che il 94% degli intervistati dice che i rapimenti sono "normali" in quel clima...o ci dimentichiamo che in un solo giorno sulle bancarelle a Bagdad sono state vendute 650 cassette dello sgozzamento di un ostaggio.
"Noi" anime pie...noi sprovveduti... che crediamo che la pace si ottiene con gli aiuti alle popolazioni,con gli ingegneri,i medici,gli agronomi,le scuole e la gente che queste cose fa funzionare...che lasciamo ammazzare i "nostri" imbottendoli di ideali velleitari ( " e magari-magari per calcolo politico).
Noi che facciamo marce inutili e appendiamo bandiere altrettanto inutili,credendo così di allontanare da noi il pericolo......"noi che vestiamo con la Keffiah le nostre bambine, non ricordando ceh è la stessa Keffiah che indossano i sequestratori".
E cosa più importante di tutte "NOI" che sempre diciamo "mea culpa" e non capiamo che il germe della violenza è insito in quella civiltà, così aliena e lontana da noi...noi con la nostra ingenua idea di libertà e uguaglianza per tutti.
Perchè ,ci dice il giornalista,in fondo anche "noi" abbiamo fatto i nostri "sbagli",abbiamo le nostre Abu Graib e le Guantanamo,"coltellate inflitte da noi a noi stessi,anche se scoperte da noi stessi e immediatamente processate" (insomma poche mele marce,ma perchè mi domando mi tornano alla mente i fatti di genova ??) ci dice. E non capiamo che le "vittime",le donne i bambini,le "casualties" sono dovute al fatto che i terroristi si nascondono tra la popolazione e bisogna pur trovarli e ammazzarli. "Noi"povere anime pie perse in questo mnondo di lupi,se non fiancheggiatori inconsapevoli (...e qualche volta consapevoli...ci dice).
Questo è ciò che è stato detto in quel pezzo (durato almeno quindici minuti con i filmati dei sequestrati in sottofondo).
E così rispondo a Gandalf e alla sua "incapacità di capire più nulla":
a) è vero !!! Ci sono modi diverse di intendere la "pace" come io stesso ho detto allo scoppio di questa guerra, quello che la pace la portano ghli eserciti e quella che si ottiene con gli aiuti . Quella che si impone e quella che i popoli ottengono da se. Anche Bush è un "pacificatore" (e con lui molti governi occidentali). Peccato non sia la "pace" che intendo io e molti con me. Difficile da capire ??? o è MEGLIO NON capire???
Come io stesso e molti altri dissero in questo forum... e Fini ha ribadito (nel suo modo peculiare) proprio qualche giorno fa,mobilitando "contro" i pacifisti o meglio ancora "contro l'idea di pace dei pacifisti" i giovani della Destra Nazionale.
b)"Noi" non abbiamo MAI messo steccati di alcun tipo alla partecipazione alle marce,tutti erano i benvenuti e di tutto c'era,ognuno con la propria idea generale ma accomunati dal pensiero che questa guerra era non solo ingiusta,ma inutile e sommamente deleteria. Ricordo Rosie che disse allora: veniteci come volete ,con le bandiere che volete , ma veniteci. Nessuno si è appropriato dell'idea di pace,si chiedevano altri MODI e MEZZI per farla. 110.000.000 di persone quel giorno in tutto il mondo. I governi,compreso l'italiano,se ne sbatterono. Tranne dire che la gente in piazza era fiancheggiatrice del terrorismo. QUESTO E' IL GROTTESCO DI CUI PARLO caro Gandalf (oltrechè del motivo così ben evidenziato da Amon).
Molti (e forse anche tu) non andarono a quelle manifestazioni e preferirono starsene a casa facebndo un grave errore. molte cose ,forse ,sarebbero cambiate se tutti fossero scesi in piazza ma....
....non siamo certo "noi" ad avere coniato il termine "andiamo con quelli che ci stanno" e neppure "chi non è con noi è copntro di noi"...
c) "Noi" siamo la cattiva scoscienza dell'occidente,nel senso che togliamo l'illusione a molti che vivono in questo paese di essere innocenti...di essere dalla parte dei buoni..."noi" togliamo la legittimità morale di dire che noi "siamo meglio" ,perchè non è vero...noi siamo i primi colpevoli di quello che sta succedendo.
Ma con questo voglio dire che chi in quelle manifestazioni non c'era è ancor più colpevole. Delle morti,delle stragi,dei sequestri,delle teste tagliate,di un paese in rovina e del fatto che l'odio verso di noi sta montando in misura sempre maggiore. Come ha detto il giornalista "siamo in democrazia" (io ho qualche fondato dubbio) e quindi la voce della gente è querlla che dovrebbe contare. Molta gente è rimasta zitta in Italia come in Europa,come in America e questo li rende più colpevoli e così io li considero. Troppo facile e ipocrita nonchè profondamente falso dire che ormai che ci siamo faccciamo bene il lavoro sporco. Come a dire che se cisono i topi allora usiamo i gatti e se questi ci danno fastidio allora i cani...e così via....a quando le atomiche e la guerra mondiale ??? Quiale pace si vuole ottenere lastricando l'Iraq di morti ??? La vittoria di quale idea di libertà ???
Ma che proprio QUESTA GENTE che ha avvallato col silenzio o in piena coscienza (alla Feltri) venga a incolpare noi e a dirci che sarebbe ora di smetterla ,BEH QUESTO E' PROPRIO TROPPO.
QUESTO E' IL GROTTESCO DI CUI PARLO.
L'indignazione per quell'articolo nel suo complesso e in ogni suo particolare è a mio parere sacrosanto.
La tesi di "colpevolizzare" i pacifisti che si sta oggi portando avanti per nascondere le vere responsabilità è ignobile.
Il qualunquismo, questo demone piccolo-borghese,il desiderio di voler vivere in pace la propria agiatezza " E CHISSENEGREGA DEGLI ALTRI, CREPINO PURE ", è uno sport praticato un po' troppo comunemente fino ad oggi ma non è ormai più nè praticabile nè sostenibile.
Noi siamo ormai coinvolti globalmente dai nostri setessi errori,fatti nei tanti anni trascorsi nella supposizione quanto mai errata che non sarebbe mai venuto il momento di pagarli.
Togliamocelo dalla testa,questi morti pesano sulla nostra coscienza prima ancora che su quella dei terroristi. Li abbiamo creati noi,li abbiamo foraggiati noi,con le nostre azioni, con il nostro sfruttamento,con le nostre bombe,con la nostra ipocrisia,col nostro perbenismo da ricchi epuloni,perfino coi nostri soldi e i nostri sporchi affari.
(Lezione imparata in Vietnam quando in America chi tornava se la prendeva con il governo per le migliaia di morti non con i vietcong e in testa alle marce della pace c'erano le carrozzelle dei veterani).
Forse proprio questo è la differenza tra chi era in quelle marce e chi no,non le bandiere o altri infingimenti del genere.
Se quel "noi" usato dal giornalista si riferiva (come è vero il sole) alla gente di quelle marce, se questa lezione è stata da "noi" imparata,bene allora sono contento di quel "noi".
BALROG
P.S. ....plaudo nel contempo alla mirabile concisione di Rosie che ha saputo condensare perfettamente il suo pensiero ( e il mio) in tre-righe-tre....la concisione come si sa è un dono divino.
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Modificato da - balrog in data 27 settembre 2004 13:05:20 |
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Rosie
Lebid toerin
2010 Messaggi |
Inserito il - 27 settembre 2004 : 21:17:44
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... e intanto Gandhy fa il testimonial alla telecom...
[8D]
"Ma è nel carattere della mia gente di meno di quel che pensiamo, temiamo di dire troppo. Quando uno scherzo è fuori posto ci defrauda della parole giuste..."
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balrog
Rossosaggio
Ireland
2052 Messaggi |
Inserito il - 28 settembre 2004 : 14:41:05
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...ognuno deve rispondere alla propria coscienza e porta ciò che deve ( e/o può) portare e fa ciò che deve (e/o può) fare...questo è indubbio.
Ma qualche volta bisogna anche far sentire alta la propria voce,ci sono occasioni (e quella della guerra in Iraq lo è stata,come occasione per tutte le altre)in cui stare a guardare in silenzio in disparte assomiglia un po' troppo a una scappatoia di comodo. L'espressione di dissenso pubblico questa volta era un dovere oltre che una necessità. E questa volta non è stato solo esercizio retorico. Questa volta il mondo ha espresso una netta presa di posizione, tanto più quanto più è stata vasta e variegata nei modi e nelle espressioni e in ogni parte del mondo.
Parere personale.
OLTRE alle manifestazioni si possono fare certamente MOLTO altro sia nel proprio privato che nel proprio pubblico e questo ben venga. Non è più o meno importante in se,dipende dai modi e dalle circostanze.
Per quel che riguarda le bandiere rosse...ognuno vede nei propri simboli ciò che crede meglio e se permetti questo lo decido io e non tu...infatti la bandiera la porto io e non tu...per me è un simbolo di liberazione,di pace,di uguaglianza,di tolleranza e comne tale non vedo chi possa impedirmi di portarla a una manifestazione di pace.
Che tu consideri PREconcettualmente (parlo di preconcetto perchè questo modo di pensare esula in realtà dal conoscere QUALI idee essa per quelle persone esprima) questa bandiera come non consona o non pertinente a una marcia della pace questo è un problema solo tuo. Ma,proprio in questo senso,non sei tu che ti ci devi riconoscere, nessuno lo ha chiesto nè alcuno afferma che in quel corteo vi siano solo e unicamente persone con tale idea.
Se ti senti in qualche modo strumentalizzato da quella presenza forse hai una visione distorta di come si sta in un corteo. io me ne sono fatti diversi,avendo accanto suore e parroci,boy scout,cattolici e atei e gente di ogni risma e colore e non mi è mai venuto in mente di dirgli che la bandiera che portava aveva in qualche modo a che fare me (o magarti si ma questa è un'altra storia). Magari poteva essere interessante sapere COSA PER LUI SIGNIFICASSE.
Tu che parli sempre di dialogo,di tolleranza,di comprensione,dovresti aver capito bene cosa intendo dire con questo.
Se una persona viene a un corteo per la pace con me con una bandiera azzurra o verde leghista ma ben venga...non è QUESTO che importa ma quello che pensa sul perchè/dove/come/modi e maniere/ di fare una guerra e una pace. Questo divide non una bandiera.
Quello che mi divide dal tuo modo di pensare non è che io in corteo porto una bandiera rossa ma che io non faccio la pace con un esercito nè in questo caso nè in altri...
...e a proposito: "ma che un esercito purtroppo serviva, però richiesto dagli iracheni (che da soli non sono in grado di rendersi liberi perchè dubito che non volessero), che rappresentasse tutte le nazioni del mondo, tutte le nazioni che perseguono la pace e che si limitasse a ristabilire condizioni di pace e libertà"
ancora io credo non si sia capito che è l'AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI che è il principio che dovrebbe guidarci a una pace duratura.
Chi/come/quando decide che un popolo "chiede" un intervento armato ?? Su quali basi/argomenti/considerazioni può una diversa nazione o consesso di nazioni decidere in tal senso ammesso e non certamente concesso che ciò sia possibile ???
Solo l'ONU "potrebbe" ma secondo strutture completamente diverse da quelle attuali... Tanto per fare un esempio le decisioni possono essere bloccate dal veto di SOLI cinque paesi,tutti occidentali (e tra parentesi con interessi in ogni dove). L'ONU così come oggi esiste è solo una ulteriore zona di guerra-non-guerreggiata dove l'unico fine è il mantenimento ( o accrescimento ) del proprio potere (parlo delle nazioni all'interno dell'ONU,specialmente quelle più potenti). (Vedasi caso recentissimo del problema di inserire un rappresentante della UE come membro permanente).
Non esiste oggi una struttura che possa avere la figura morale di interventi come quelloin Iraq...sempre che qualcuno possa mai averlo.
Altre cose come aiuti,soccorsi e azioni diplomatiche si. Ma guerre ed eserciti certamente no. Non oggi e non così.
Anche se io sono per il mai.
Per concludere vorrei dirti che è facile parlare di pace,democrazia,diritti e amore universale con la pancia piena (da ricchi epuloni quali siamo), specialmente se la pancia piena ce la siamo fatta a spese altrui. La nostra "economia" è violenta,anzi di una violenza inaudita. Che non concede tregua e non fa prigionieri. Solo che molte persone (probabilmente anche tu) non la considera tale, anzi la considera lo sfondo "necessario" a vivere. "le cose come devono andare" si potrebbe dire. Strano modo di pensare. la stessa esistenza di questo tipo di società è violenza. potrei dire paradossalmente che tutto quello di cui sei circondato è violenza e tu ne sei un prodotto e anche ben riuscito (ohi,naturalmente nel novero ci siamo noi tutti a scanso di equivoci,qua da noi come ho già detto di innocenti ci sono solo i bambini e disgraziatamente anche loro presto imparano le regole del gioco). E tu non senti il peso di questo ??? Non ne senti la responsabilità ??? No ???
Di frasi come: "niente può giustificare i rapimenti e le uccisioni"
Ma mai sentire: "niente può giustificare le bombe sulla popolazione"
o la loro sola esistenza e costruzione...che un grande businness ad esempio.
E questo vale per OGNI aspetto di questa società in cui tu vivi bene. Farsi un esame di coscienza e "due conti" come dice Rosie comporta anche e sopratutto prendere coscienza di ciò.
Un'ultimo commento non proprio off-topic.
Molte cose della Rivoluzione Culturale cinese erano e sono deleterie,antidemocratiche e da condannare,ma una per me era da salvare almeno negli intenti.
La turnazione nel processo lavorativo. Cioè un anno ogni tanto il dirigente di una industria andava a fare il contadino o l'operaio. Senza alcun privilegio almeno in teoria. Questo comportava un ri-conoscimento (cioè una conoscenza rinnovata) di cosa significhi vivere con poco e lavorare con fatica. Un riequilibrio dei punti di vista si potrebbe dire.
(Notare che era in uso anche tra i romani di prima dell'Impero).
Propongo che questa prassi sia introdotta in Italia.
Così che non vedrò Tanzi vivere da nababbo il resto dei suoi giorni dopo aver mandato sul lastrico migliaia di famiglie ( questa non è violenza e tanta ???),ma lo vedrò salire sull'autobus che lo porta a fare l'operatore ecologico...e così i tanti che credono sia loro dovuto ciò che hanno,come se in qualche modo non fosse rubato ad altri.
BALROG
P.S. Su una cosa concordo pienamente con te: non è andando a un corteo per la pace che ci si può assolvere da queste cose...semmai ci si sente più coinvolti. Se chiedessero a me COME ci si può sentire meno colpevoli di queste cose io non saprei cosa rispondere. Forse facendo i volontari come le due Simone, forse.
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Modificato da - balrog in data 29 settembre 2004 13:00:46 |
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