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Merry
Entino




Pepperland


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Inserito il - 14 agosto 2004 : 13:49:07  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ecco una manciata di citazioni da "INSOMNIA" di Stephen King, traduzione italiana di Tullio Dobner

"Ralph aveva sempre immaginato una tana di hobbit molto simile alla casetta di Lois Chasse a mezzo isolato dal Red Apple: ordinata e ingombra, un po' troppo buia, forse, ma scrupolosamente pulita. E riteneva che un hobbit come Bilbo Baggins, il cui interesse per gli antenati era eclissato solo da quello per le pietanze del prossimo pasto, sarebbe rimasto incantato davanti al minuscolo soggiorno, dove i parenti ti guardavano da tutti i muri."


"La bimba aveva consumato metą del contenuto del biberon e cominciava a perdere interesse. La tettarella le scivolņ per metą fuori dalla bocca e un rivolino di latte le colņ dall'angolo delle labbra verso il mento. Ralph si affrettņ ad asciugarglielo e le sue dita lasciarono nell'aria una serie di delicate striscioline azzurre.
Natalie le acchiappņ al volo, poi rise guardandole svanire sulle sue dita. A Ralph si arrestņ il respiro in gola.
Vede. La bambina vede quello che vedo io.
Tu sei matto, Ralph. Sei matto e lo sai.

No che non lo sapeva. Lo aveva appena visto con i suoi occhi, aveva visto Nat afferrare le scie che le sue dita avevano disegnato nel vuoto."


"[...] Anche da centocinquanta metri di distanza non c'era in veritą dubbio su chi fosse: Dorrance Marstellar.
Con un sospiro Ralph percorse l'ultimo tratto di strada. Dorrance, forse ipnotizzato dalle lucenti foglie che cadevano dagli alberi, non si girņ finché non si vide proiettata addosso l'ombra di Ralph. Allora inclinņ il collo e distese le labbra nel suo solito sorriso, cosģ dolce, cosģ stranamente vulnerabile.
Faye Chapin, Don Veazie e alcuni degli altri vegliardi che bighellonavano nell'aria da picnic vicino alla pista Tre (si sarebbero ritirati alla sala da biliardo di Jackson Street una volta trascorsa l'estate indiana, quando avrebbe cominciato a far freddo sul serio) vedevano in quel sorriso un ulteriore indizio che il Vecchio Dor, con o senza i suoi libri di poesia, essenzialmente era privo di cervello. Don Veazie, non esattamente detentore del titolo di Mister Sensibilitą, aveva preso l'abitudine di chiamarlo Vecchio Capovuoto e Faye aveva confidato una volta a Ralph di non essere per niente sorpreso che il Vecchio Dor avesse bellamente superato la novantina. <<Tutti quelli che non hanno ombra di mobili al piano superiore vivono sempre pił della gente normale>>, gli aveva spiegato. <<Non hanno niente di cui preoccuparsi. La pressione del sangue resta sempre su livelli ottimali e corrono meno il rischio che gli salti qualche valvola o gli si inceppi qualche ingranaggio.>>
Ralph perņ non ne era altrettanto sicuro. La dolcezza del sorriso di Dorrance non glielo faceva apparire vuoto nella testa; a lui dava piuttosto l'impressione di una persona insieme spirituale e sapiente... una sorta di Merlino da provincia."


"[...] Si ritrovņ invece a sfogliare il libro di poesia che gli aveva regalato Dorrance, Cemetery Nights di Stephen Dobyns. Dorrance aveva detto il vero sia quando affermava che per la maggior parte le poesie erano come racconti, sia quando aveva previsto che gli sarebbero piaciute. Quella che aveva citato si intitolava Perseguimento e cominciava cosģ:

Ogni cosa che faccio, la faccio a precipizio, cosģ posso fare
qualcos'altro. In tal maniera passano i giorni...
un fondersi in corsa di carri di bestiame e
l'interminabile costruire di una cattedrale gotica.
Dai finestrini in corsa io vedo
Tutto ciņ che amo restare indietro: libri non letti,
facezie non raccontate, paesaggi non visitati....

[....]"


"[...] Mentre allungava la mano verso l'anello, gli balenarono nella mente alcuni versi, non di Stephen Dobyns questa volta, bensģ di Tolkien, l'inventore degli hobbit ai quali Ralph aveva pensato l'ultima volta mentre si trovava nell'accogliente soggiorno di Lois, trasformato in galleria di fotografie. Erano passati trent'anni da quando aveva letto la storia di Frodo e Gandalf e Sauron, l'Oscuro Signore [...]

<<Un Anello per dominarli tutti, Un Anello per trovarli,
Un Anello per tutti portarli e alle tenebre aggiogarli,
Nella terra di Mordor dove dimorano le Ombre.>>

[...]"


"...ed ora apprendiamo che Re Dain č caduto, combattendo nella Valle..." (Gandalf)
Metamorfosi da un'adunanza.

Mitakuye oyasin!
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AmonSūl
Sveltamente




Nowhere Land


4501 Messaggi

Inserito il - 19 agosto 2004 : 10:59:52  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sono emozionato... non ho questo libro ma ho sempre ritenuto King un grande narratore e leggendo queste righe la sua capacitą pittorica ed emozionale esce alla grande... Inoltre l'ho sempre trovato simile a Tolkien nella sua concezione "morale" del romanzo... nei suoi elementi quasi epici, di lotta continua tra bene e male (non solo all'esterno ma anche dentro di noi), di superamento dei propri limiti, di paura della morte e ricerca di immortalitą e di qualcosa al di lą...
Non posso che emozionarmi a leggerli cosģ vicini, a trovare una nuova conferma all'amore che Stephen King nutre per Tolkien...

sono molto belle le citazioni che hai scritto, Merry... rievocano molte somiglianze... soprattutto quella della strana longevitą del Vecchio Dor, molto analoga a Bilbo...

_________
ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce...
e poi il futuro... [:115]
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AmonSūl
Sveltamente




Nowhere Land


4501 Messaggi

Inserito il - 18 agosto 2005 : 00:04:18  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sto finendo di leggere un libro strano...

strano perchč č stato scritto nel 1944, mentre infuriava la guerra civile tra i partigiani, i tedeschi e i fascisti...
strano perchč il linguaggio non sempre č facile, ha uno stile che si avvicina spesso molto alla lingua parlata, con le sue interiezioni, il suo linguaggio ripetitivo e un po' grezzo...
strano perchč si muove... sei sempre immerso completamente nel libro e nella sua storia, accanto ad Enne 2, il partigiano protagonista che organizza la resistenza tra le strade di Milano, senti quasi i suoi battiti del cuore, la sua ansia di una vita autentica, i sogni e i rimpianti... Altre volte invece sei uno spettatore al centro dell'azione, ma impotente di fronte ai fatti che si susseguono, i cadaveri di uomini, donne e bambini in Piazza Cinque Giornate, dove insieme a tutta la folla passi in silenzio e li osservi ed ascolti... e guardi i loro piedi nudi e gli occhi sbarrati e seri... o assisti agli spostamenti, alle imboscate, alle azioni e vorresti aiutare gli uni o gli altri... Altre volte ancora l'autore (e qui le pagine sono scritte in corsivo) diventa protagonista entrando nel libro a fianco di Enne 2, come se fosse un Deus ex machina che puņ fare tutto ciņ che vuole... e allora con lui viaggia nella sua fantasia verso quella donna che ha amato da sempre, ma che non riesce a tenere completamente a sč... verso la sua infanzia, verso i suoi pensieri di uomo...

un libro strano, consigliato sicuramente ai milanesi, che avranno un sapore perticolare a immaginarsi quelle strade e quei viali deserti con le pattuglie dal basco in testa, con il teschio sul berretto... i cani, le camionette... immaginarsi in bicicletta mentre si tenta di evitare i controlli...

Ecco, non vorrei che ora sembrasse un libro di avventura... in realtą ciņ che ho scritto sopra č solo la sensazione che arriva... perchč le parole scritte sono il riflesso di ciņ che vedono gli occhi dei protagonisti, dei loro pensieri, i loro discorsi...

comunque si intitola Uomini e no, di Elio Vittorini...

dello stesso autore avevo letto Il garofano rosso, parecchi anni fa e mi era piaciuto, ma non come questo... mi sembra di essere tornato ai tempi delle superiori in cui avevo perso la testa per Pavese... Certamente hanno uno stile diverso, ma lo stesso approccio all'uomo, le stesse domande, la stessa inquietudine...

un libro in cui ci si chiede cos'č l'uomo... in cui anche i cani diventano parte degli uomini e forse migliori di loro, benchč dentro la stessa crudeltą...

e in un punto del libro l'autore pensa all'uomo e alla sua crudeltą...
"Noi vogliamo sapere se č nell'uomo quello che noi, di quanto essi fanno, non faremmo"
si fa fatica a pensare alla crudeltą degli altri, se non la si ha dentro o si presume di non averla... riusciamo a sapere qualcosa degli altri solo dal vederli? Senza che dentro di noi abbiamo quei sentimenti o quel qualcosa che essi hanno, per cui fanno ciņ che fanno (buono o cattivo)?

E la domanda subito dopo č: l'uomo č solo quello che soffre?
"Noi presumiamo che sia nell'uomo soltanto quello che č sofferto, e che in noi č scontato. Aver fame. Questo diciamo che č nell'uomo. [...] Avere Iddio disperato dentro, in noi uno spettro, e un vestito appeso dietro la porta. Anche avere dentro Iddio felice. Essere uomo e donna. Essere madre e figli. Tutto questo lo sappiamo e possiamo dire che č in noi."
"Ma l'uomo puņ anche fare senza che vi sia nulla in lui. [...] Noi lo vediamo. E' lo stesso del lupo. Egli attacca e offende. E noi diciamo: questo non č l'uomo. Egli fa con freddezza come fa il lupo. Ma toglie questo che sia l'uomo?
Noi non pensiamo che agli offesi [...]
E chi ha offeso che cos'č?
Mai pensiamo che anche lui sia l'uomo. Che cosa puņ essere d'altro? Davvero il lupo?
Diciamo oggi: č il fascismo. Anzi: il nazifascismo. Ma che cosa significa che sia il fascismo? Vorrei vederlo fuori dell'uomo il fascismo. Che cosa sarebbe? Che cosa farebbe? Potrebbe fare quello che fa se non fosse nell'uomo di poterlo fare? Vorrei vedere Hitler e i tedeschi suoi se quello che fanno non fosse nell'uomo di poterlo fare."

con un po' di amaro in bocca e inquietudine nell'animo mi avvio verso la fine del libro... sapendo che anche io sono un uomo... e anche io avrei potuto vivere sessant'anni fa... chissą...

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciņ che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciņ che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]

Modificato da - AmonSūl in data 18 agosto 2005 00:49:08
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AmonSūl
Sveltamente




Nowhere Land


4501 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2005 : 00:05:30  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In queste settimane ho letto un paio di libri veloci e gustosi...

Pigmalione di G.B.Shaw
La storia la conoscete tutti... un famoso insegnante di fonetica intraprende un'ardua impresa con una ragazza popolana... farla sembrare una signora...

In questa telegrafica definizione c'č di tutto di pił... ed č proprio ciņ che di questo libro (che poi ha la forma dell'opera teatrale/cinematografica) affascina e cattura...
La fonetica innanzitutto, un mondo sconosciuto con la sua capacitą di riprodurre ogni suono ed accento...
L'impresa, che proprio perchč difficile č molto affascinante...
La ragazza che č tratteggiata magistralmente, lontana anni luce dagli stereotipi a cui forse siamo abituati. Ha un caratterino mica male, ma anche una spiccata sensibilitą. Shaw mischia continuamente ciņ che in lei deriva dalla condizione sociale e ciņ che č innato nel suo carattere. E queste due istanze sono parte anche del lavoro di Higgins, il suo "insegnante"
Il sembrare una signora... implica sfumature e problemi... di identitą anzitutto, di mentire, di dignitą data da noi stessi o da ciņ che impersoniamo, di una diversa consapevolezza di sč dopo aver ricevuto un'educazione e quindi non accettare pił certi compromessi...
E poi i rapporti tra le persone, sottili fili che cambiano colore a seconda dell'angolazione, aperti a molte interpretazioni e giudizi, tanto che il finale č apertissimo, svelato in parte da Shaw con una post-fazione in appendice...

Molti di noi hanno anche visto My fair lady (Shaw adorava quel film)... ve lo ricordate "la rana in Spagna gracida in campagna"? [:D]

Voto: 8


Marcovaldo di Italo Calvino
Stupendo!
L'avevo letto da piccolo, ce lo leggeva anche la nostra maestra... e riprenderlo in mano ora č uno spasso... racconti molto brevi, perfetti per un'andata o un ritorno in metropolitana o quando ci si vuole prendere una pausa da tutto e mettersi a sognare passando in quel mondo sognante ed assurdamente reale che Calvino ci evoca magistralmente...
Assurdamente perchč Marcovaldo č un tipo fuori dal comune, abbastanza fesso da farsi abbindolare, ma talmente convinto di ciņ che desidera, da superare qualunque ostacolo (anche di giudizio sociale o fdm varie che accumula in grande quantitą) per ottenerlo...
Reale perchč Marcovaldo non č un uomo intero... č la sua essenza. E se da un lato si vede che gli manca un pezzo, dall'altro č talmente pura da fare le cose pił giuste e intelligenti...

Marcovaldo č un manovale, fa un lavoro che lo intristisce, vive in una cittą che lo intristisce. Non ci viene detto in quale cittą perchč č qualunque cittą. Marcovaldo č il cittadino per eccellenza, non viene detto nulla della sua vita passata, dove č nato o ha vissuto finora, ma si capisce che deve essere nato in cittą, perchč forse solo chi č in questa condizione anela alla natura in un modo cosģ radicale come il suo.
E questo č il succo del libro. Marcovaldo cerca la natura ed č attratto da essa da un amore ed una passione folle, che lo fa camminare col naso per aria in mezzo ad un incrocio per osservare uno stormo di uccelli migratori, si fa venire una congestione per dei funghi cresciuti in un'aiuola dello spartitraffico, dorme su una panchina per avere il cielo sopra di sč per almeno una notte estiva...

Un po' fantozziano, un po' bohemienne... ci intenerisce per il suo amore per qualunque vestigia di natura che confrontata con la nostra campagna farebbe schifo, ma per chi ha tutto il giorno intorno a se geometrie cittadine č pił bella, dolce e desiderabile di qualunque altra cosa...

Marcovaldo ci insegna a vivere intensamente i luoghi in cui siamo fortunati ad appartenere, a cercare le cose importanti della vita, a rischio di essere ridicoli per gli altri...

Marcovaldo sono io, seppure in piccola parte... E' il bambino pascoliano, il nuovo Candido, un personaggio neorealista e felliniano allo stesso tempo...

Un piccolo capolavoro

Voto: 10

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciņ che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciņ che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Rosie
Lebid toerin





2010 Messaggi

Inserito il - 05 dicembre 2005 : 15:06:50  Mostra Profilo Invia a Rosie un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sto leggendo Q di Luther Blisset.
Per chi non sa chi č Luther Blisset sarą una bella novitą, anche se č del 1999...Luther Blisset era il vecchio pseudonimo di Wu Ming a sua volta sotto l'eteronimo di Wu Ming sono apparsi, a partire dagli anni Novanta, una serie di scritti a carattere letterario e politico, opera di cinque scrittori che hanno voluto contrapporre l'idea della libertą espressiva e della non-proprietą intellettuale dell'opera, al sistema dell'industria culturale dominante.
Dopo il successo di Q, uscito sotto l'eteronimo di Luther Blissett e pubblicato da Einaudi, sotto la sigla collettiva Wu Ming sono apparsi il romanzo 54, e la raccolta di saggi Giap (Einaudi, 2003).

Interessante...

Comunque, Q puņ essere definito una spy story di cappa e spada (per la gioia della Luth^_^)
Un intrigo politico ambientato nel 1500 durante la riforma di Lutero, ed infatti gli intrighi sono proprio Vaticano/Banche/Riformisti e poveracci che si trovano in mezzo... e.. questo misterioso "Q" spia nemica del protagonista.

Lo consiglio mucho.[:-xx]



.:..::::....::...::::..
So molte pił cose di quante non riesca a ricordarmene
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Dunadan
Fuscello



Friuli


402 Messaggi

Inserito il - 16 aprile 2006 : 16:23:41  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie agli sconti sugli Oscar Mondadori (-30%) del mese di marzo, ho potuto fare scorta di libri con mio immenso piacere. Marzo e buona parte di questo aprile sono stati dedicati a letture serrate per due ragioni:
1) mi piace leggere qualcosa prima di dormire e raramente mi fermo a un paio di pagine...
2) per cause varie ho passato diverso tempo in viaggio in treno e un paio di libri li porto sempre dietro...

Dunque, ho letto con piacere "Sulla Strada" di Jack Kerouac. Avvincente, cinque viaggi negli Stati Uniti della fine degli anni quaranta: coast to coast, est-ovest, ovest-est, e poi gił fino in Messico in tempi rapidi, in auto, in corriera, con l'autostop, migliaia di km percorsi, bruciati, vissuti. Questo libro viene definito il manifesto della "beat generation" e a me č parso davvero una bella lettura.
Chiuso il primo, sotto a chi tocca. "La prima indagine di Montalbano" di Camilleri. Tre racconti, tre indagini, un solo commissario: Montalbano. Un personaggio a cui peraltro piace leggere tanto. Bellissimo quanto comincia ad arrabbiarsi, incredibile quanto cerca di spiegarsi al telefono con la fidanzata. E tuttavia un fiuto particolare, un mastino nel seguire una traccia e non mollarla. Piacevole poi l'uso che l'autore fa del siciliano nel suo racconto: riesce a renderlo davvero reale e quando inizi a leggere ti pare davvero di essere lģ sul posto.
Lasciata la Sicilia ho fatto rotta su Los Angeles. Mi aspettava J. Ellroy con "Dalia Nera". "Dalia Nera" č il primo romanzo della cosidetta "Quadrilogia di Los Angeles", tanto amato dal sodalizio Wu-Ming. Qui abbiamo due poliziotti, due ex-boxeur, divenuti amici. E poi un tremendo assassinio, quello di una ragazza chiamata appunto la Dalia Nera. E ancora indagini che sembrano sbattere su un muro di gomma, storie di poliziotti corrotti, una mosaico di mezze veritą che andranno a posto nel finale. Se qualcuno di voi ha letto "L.A. Confidential" dello stesso autore sa che c'č da aspettarsi un colpo di scena ogni volta che si gira pagina.
Vado sul classico ora. "Fiesta" di Ernest Hemingway č la storia di un amore impossibile con sullo sfondo la Spagna degli anni trenta tra corride e matador poco pił che adolescenti. Si legge piacevolmente...
Sono a metą: ne ho ancora quattro del bottino di marzo. Sylvia Plath "La Campana di Vetro"; Fedor Michailovic Dostoevskij "Il Giocatore"; Hermann Hesse "Il Lupo della Steppa"; Frederick Forsyth "Dossier Odessa". Appena finiti vi faccio apere qualcosa...

A presto.
Dunadan

Non seguire strade gią percorse ma cercane una che nessuno conosce... e lascia una traccia...

Modificato da - Dunadan in data 16 aprile 2006 16:26:06
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'č !


3022 Messaggi

Inserito il - 16 aprile 2006 : 21:59:58  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Dunadan...
anche io ho letto La prima indagine di Montalbano, mi piace come scrive Camilleri!

Io ho finito due libri e ne ho iniziato un terzo; amo molto la Joanne Harris, mi piace molto come autrice perchč, come ben sapete adoro la cucina, essa in ogni suo libro ci mette quel pizzico di "spezia" necessaria.
"profumi, giochi e cuori infranti" un libro fatto di racconti vari, un universo di personaggi fantastici, streghe di periferia e croniste mondane, uomini lupo e donne delfino, due vecchiette che scappano da una casa di riposo, e... quello piu' curioso si intitola "aspettando Galdalf".... gia' anche la Harris parla di Tolkien!

"Gridare amore dal centro del mondo" di Kyoichi Katayama... sapete il nio proverbiale amore per l'oriente no? Ma questo libro non ha nulla di orientale se non i personaggi che vivono in un Giappone moderno, in una storia che inizia dalla fine per dipanarsi in una love story dei giorni nostri:
"ma amare una persona significa pensare che lei viene prima di tutto. Se non avessimo abbastanza cibo, darei a te la mia parte. Se avessimo pochi soldi, piuttosto che acquistare qualcosa per me comprerei quello che tu desideri...
Se mangi qualcosa di buono tu, č come se avessi la pancia piena anch'io. Questo significa amare una persona. Credi che esista qualcosa di pił importante?
A me non viene in mente nulla"!

Ho ripreso invece la lettura di "La possibilitą di un'isola" di Michel Houellebecq... mi intriga questo libro che č, a onor del vero, un poco pesantuccio ma pone l'interrogativo sull'identitą ed il doppio, la clonazione e la vita eterna, la solitudine e l'amore....





Trilly

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
... e' meglio lasciare
che essere lasciati!
Grrraannndeeeee
(Zero)
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Dunadan
Fuscello



Friuli


402 Messaggi

Inserito il - 28 aprile 2006 : 21:57:15  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mentre incrociavo le dite nel passaggio appenninico ho finito di leggere Dossier Odessa di Frederick Forsyth. Sulla base di un diario manoscritto da un ebreo suicida un giovane giornalista tedesco si mette sulle tracce di un pericoloso boia nazista. Intorno a lui e alla sua ricerca si intrecciano interessi internazionali, missili, soldi sporchi e vecchi incubi che sorgono dal passato fino al colpo di scena finale... Lascia un pņ l'amaro in bocca quando si chiude il libro ma puņ far riflettere molto ancora oggi...

Adesso mi tocca una nuova trasferta in treno: si va nel forlivese e si ripassa l'appennino. Si re-incrociano le dita e si torna a leggere qualcosa.

A presto.
Dunadan

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AmonSūl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 29 aprile 2006 : 01:20:26  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non ho letto ancora Dossier Odessa, ma mi piace davvero lo stile di Forsyth... forse uno dei primi autori di fantapolitica e di thriller mozzafiato, con maestria ed efficacia. In molti dei suoi romanzi riscontro sempre la capacitą di tenere avvinghiato il lettore e di raccontare tutti i retroscena dei fatti e delle persone senza scadere quasi mai nelle banalitą o nei trucchi facili. Il suo romanzo pił bello (e originale) rimane a mio avviso Il giorno dello Sciacallo, sulla base della cui idea č stato realizzato anche The Jackal...
Molto belli anche altri libri come Il pugno di Dio (chi lo legge ci troverą dentro tutto il Saddam che conosciamo e che avremmo potuto conoscere...) che ho letto durante le lezioni di Analisi II, Il negoziatore (tutti i film in cui c'č un negoziatore vi sembreranno acqua di rose a confronto con la tensione e la psicologia di questo romanzo). Soprattutto il primo romanzo di Forsyth che ho letto: Icona, ambientato in Russia. Provate a cercarlo (č uscito anche nei "miti" Mondadori a poco prezzo) e non ve ne pentirete... davvero si fa leggere e incolla alle pagine.

CollevEnt [:381]
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Dunadan
Fuscello



Friuli


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Inserito il - 29 aprile 2006 : 16:32:50  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Messaggio della serie "mi sono ricordato che potevo scrivere pure questo dopo che ho spento il computer...". Su Dossier Odessa č stato girato pure un film omonimo. Magari ogni tanto capita di vederlo su Rete4 o su La7 nel pomeriggio.
Riguardo a Forsyth e ai libri accennati da Amon Sul. Li ho letti anch'io e mi sono piaciuti molto, in particolare Il Giorno dello Sciacallo e I Mastini della Guerra. Quest'ultimo tratta sui mercenari del dopoguerra e sull'organizzazione ed esecuzione di un colpo di stato in un fantomatico paesino dell'Africa centrale. Leggetevelo, avrete diverse sorprese e non potrete dimenticare il comandante "Gatto" Shannon e l'Harlem Spagnola...

A presto.
Dunadan

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Dunadan
Fuscello



Friuli


402 Messaggi

Inserito il - 06 maggio 2006 : 15:14:52  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Un nuovo testo da tenere d'occhio: Alleviare la sorte di Nina Berberova.
Un centinaio di pagine per un libro che si legge con facilitą ma che insieme costringe a riflettere parecchio. In pratica si compone di due racconti. In uno abbiamo la vita della giovane Sasa, un emigrante russa nella Francia degli anni trenta, una vita che pare un sogno ad occhi aperti, una vita mancata per un eccesso di fedeltą e delicatezza alla sorella e al padre. Una vita dura, difficile, un lavoro da stiratrice in una Parigi che non č gioia e luci, ma il grigiume delle periferie e la monotonia di sedici anni vissuti alla stessa maniera. Una vita che a ventinove anni per Sasa, non č stata mai veramente vissuta ma solo transitata dagli eventi.
Quello stesso transitare che accompagna il protagonista dell'altro racconto, Alesa Astasev. Anche lui emigrato russo in Francia, si garantisce una vita dignitosa come agente d'assicurazioni. Eppure nel suo incontrare persone che spinge ad aver paura della morte per firmare un assicurazione sulla vita, cerca in quelle stesse una ragione per vivere o per scongiurare la morte.

Poche ma incisive pagine. A tratti fanno davvero male ma non ti lasciano indifferenti. Ti spingono a non cadere nel grigiume della monotonia ma a vivere a pieno quegli istanti di luce che ogni giorno ci riserva...

A presto.
Dunadan

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Dunadan
Fuscello



Friuli


402 Messaggi

Inserito il - 11 maggio 2006 : 14:50:10  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ieri sera ho finito di leggere Il Giocatore di Fedor Dostoevskij.

Duecento pagine da leggere senza troppe interruzioni, una volta preso in mano questo libro dovete leggerlo alla svelta. L'autore stesso dopo un avvio solo apparentemente confuso (i pensieri del protagonista all'inizio sono cosģ incalzanti che vi pare di aver perso qualcosa), aumenta vertiginosamente il ritmo in alcune sue parti. Dialoghi serrati, addirittura gridati e accurati in ogni dettaglio, fanno il paio con giocate alle roulette sempre pił forti e folli allo stesso tempo. Non c'č tempo di pensare ma solo di puntare e vincere.
Nella narrazione Dostoevskij diviene veloce come la pallina bianca che corre sulla ruota, salvo poi fermarsi di botto come quando la pallina si ferma su un numero. E nel momento in cui la pallina si ferma ed esce un numero, si possono per un attimo vedere tutti i disastri che ha causato, prima che l'autore faccia riprendere velocitą al suo testo, in un turbine di nobili indebitati, amori non corrisposti e scaltre madame in cerca di soldi, testamenti e anziane signore che non vogliono saperne di morire, inquietudini non dette e dolori fin troppo visibili, audaci giocate e fortune dissipate in follie parigine.
Un romanzo autobiografico, scritto da Dostoevskij in 26 giorni, che tratta della sua particolare passione per il gioco. Molto bello sul serio. Se volete cominciare a leggere qualcosa dei romanzieri russi dell'ottocento, questo testo č un buon inizio.

A presto.
Dunadan

Non seguire strade gią percorse ma cercane una che nessuno conosce... e lascia una traccia...

Modificato da - Dunadan in data 11 maggio 2006 14:52:29
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 11 maggio 2006 : 19:32:26  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I personaggi di Dostowvskij sono sempre esagerati... ed č questo quello che mi piace di loro... come se la passione e la sfrenatezza dei pensieri e delle azioni servisse per dimostrarsi di vivere...

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciņ che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciņ che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Merry
Entino




Pepperland


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Inserito il - 18 maggio 2006 : 19:41:55  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In un negozio di giochi di ruolo e di societą, carte e scacchiere, c'č un invito a "non abbandonare il tavolo da gioco, se non ci si vuole ritrovare irrimediabilmente vecchi", o qualcosa del genere... mi pare sia proprio di Dostoevskij. [:)]

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L'Impero della Vergogna di Jean Ziegler, Marco Tropea Editore - Milano 2006

"Cosmocrati": cosģ il professor Ziegler, segretario di Kofi Annan e relatore speciale ONU per il diritto all'alimentazione, chiama le cinquecento compagnie private transcontinentali che continuano ad imporre il debito ai paesi poveri, arricchendosi a a loro spese. Un nuovo feudalesimo, davanti al quale dovremmo tornare alla Rivoluzione Francese, quel "Libertč, Egalitč, Fraternitč" ormai ridotto a vuoto slogan.
Il libro č semplice da leggere ma rigoroso, ben documentato, piacevole ed invita a riflettere. Soprattutto, non si limita ad enumerare cifre e dati, ma č scritto con passione ed attenzione ai valori umani, davanti ai quali non si dovrebbe opporre alcun cinismo di mercato. Un altro mondo č possibile.
Gli do il massimo dei voti. Ciņ č molto personale e soggettivo, tuttavia...
voto: 10

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"Mi sono reso conto che le ossa dei nobili scricchiolano come quelle della plebe."
da "Maxmagnus"

Mitakuye oyasin!
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Dunadan
Fuscello



Friuli


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Inserito il - 12 agosto 2006 : 18:09:34  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Novantaquattro uomini, pensionati o pacifici cittadini, che niente pare accomunare e tra i quali non sembra esserci nessun legame devono morire. In Germania, Svezia, Stati Uniti, Gran Bretagna e ancora: devono morire tutti entro la primavera del 1977. Dietro questa serie di omicidi il piano folle del dottor Mengele, il famigerato dottore dei lager nazisti, noto per i suoi crudeli esperimenti su cavie umane... Un piano folle ma possibile: ricreare un nuovo Fuhrer, un nuovo Adolf Hitler. Cosģ dalle profonditą delle foreste sudamericane rinascono i semi dell'odio...
A tentar di sventare questo piano si mette in moto Yakov Liebermann, scampato all'Olocausto, vecchio e malato. Da solo non potrebbe far nulla, ma riceve aiuto da un gruppo di giovani studenti... Cosģ in un crescendo di tensione e colpi da un capo all'altro del mondo i due contendenti si daranno battaglia in un ultimo drammatico confronto...

Recentemente ristampato nella Collana Oscar Mondadori il romanzo di Ira Levin "I Ragazzi venuti dal Brasile" ha pure ispirato l'omonimo film del 1978 con Laurence Olivier e Gregory Peck. Non ha grandi pretese ma lascia nel finale un messaggio molto forte per ogni giovane: conoscere e non dimenticare...

Non seguire strade gią percorse ma cercane una che nessuno conosce... e lascia una traccia...
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Dunadan
Fuscello



Friuli


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Inserito il - 13 agosto 2006 : 16:24:47  Mostra Profilo Invia a Dunadan un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
"Amici Assoluti" di John le Carre narra le vicende di Ted Mundy e Sasha e della loro amicizia "assoluta" nata in un clima di rivolta nella Berlino del 1969. I due amici diventeranno poi spie sui lati opposti del Muro ma la loro amicizia resiste alle vicende della Guerra Fredda portandoli a divenire una coppia formidabile di agenti "doppi".
Ma quell'amicizia che la minaccia nucleare non aveva scalfito s'incrina improvvisamente di fronte al nuovo millennio e al nuovo ordine mondiale in cui dominano la superpotenza americana e l'incubo del terrorismo fino al drammatico finale...
Un finale in cui l'autore getta una luce diversa sulle tante ombre del mondo attuale...

Edito da Oscar Mondadori, Bestseller.

Dunadan

Non seguire strade gią percorse ma cercane una che nessuno conosce... e lascia una traccia...
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Merry
Entino




Pepperland


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Inserito il - 27 luglio 2007 : 11:49:39  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
PIERGIORGIO ODIFREDDI

PERCHE' NON POSSIAMO DIRCI CRISTIANI
(E MENO CHE MAI CATTOLICI)


Longanesi (collezione "Le Spade") 2007



Piergiorgio Odifreddi č un matematico, ateo e razionalista. Il titolo del suo saggio richiama Bertrand Russel (Perché non sono cristiano).
240 pagine molto interessanti, che ho "bevuto" nel giro di una notte. In questo libro si analizzano tutte le contraddizioni presenti nella Bibbia dal Genesi al Nuovo Testamento, sia dal punto di vista scientifico che da quello strettamente dottrinale secondo le traduzioni ed interpretazioni che il Vaticano stesso ha dato ai testi nel corso dei secoli fino ai giorni nostri. Gli strumenti utilizzati sono quelli della storiografia, della filologia e della linguistica, nonché della "brutale" logica.

I testi ufficiali e le note della CEI vengono inoltre messi a confronto con quelli delle diverse confessioni religiose cristane, e non solo. Alla confutazione scientifica e dottrinale si accompagna la denuncia di come le interpretazioni dei testi e le motivazioni religiose sono sempre state utilizzate, ieri come oggi, con finalitą politiche volte alla conservazione del potere ed all'acquisizione di ricchezza.

Odifreddi č scientificamente rigoroso, tuttavia non rinuncia, a tratti, a provocare e punzecchiare, pure troppo, ed arriva ai limiti dell'offensivo. Se c'č un difetto nel libro, si rintraccia in questo atteggiamento. Certo dimostra di conoscere bene la materia delle sue confutazioni.

Personalmente, ora so qualcosa di pił sulla Bibbia e sui Vangeli, e non č un paradosso, perché nel suo libro ci sono cose che raramente e difficilmente si dicono in parrocchia, al catechismo o durante l'ora di religione.

Sempre a titolo personale: sarņ forse cristiano ma, a parte il rito, non posso dirmi cattolico. E' un dubbio che avevo sempre avuto... e Odifreddi non ha avuto bisogno delle sue idee per farmi maturare questo convincimento: č bastata una citazione del cardinale Ratzinger, scritta nel 1998.

Da leggere, soprattutto da parte di cattolici e catechisti. Chi la pensa come Odifreddi, infatti, gongolerą di fronte alla miniera di informazioni e prove che il matematico gli ha messo a disposizione. Chi lo vuole confutare, dovrą pure analizzare le sue argomentazioni!

Sono curioso di vedere se qualcuno riuscirą a pubblicare un libro in grado di dare una rigorosa confutazione di questo saggio. Credo che sarą difficile farlo... forse perfino per il Papa.

(voto: 7,5)

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Vietato l'ingresso agli addetti ai lavori.

Mitakuye oyasin!

Modificato da - Merry in data 29 luglio 2007 14:43:49
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 29 luglio 2007 : 23:27:32  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Avevo letto un'intervista ad Odifreddi e l'ho trovato troppo sprezzante ai limiti dell'offesa e maleducazione in quelle risposte.

Penso che un libro del genere sia utile se ammette il confronto. Per quanto mi riguarda farei probabilmente fatica a non farmi influenzare dallo stile arrogante del matematico che, a quanto dici, usa anche in quel libro.

Sarebbe interessante avere una replica o un dibattito sui punti da lui sollevati o leggerli in forma pił leggibile da tutti ^___^
Anche perché, č possibile e anche utile conoscere qualcosa di pił su vangeli e bibbia, anche attraverso delle critiche probabilmente ben documentate... oltre ovviamente alla lettura degli stessi libri... cosa non sempre ovvia per alcuni...

Comunque secondo me tu potresti essere la persona giusta per aprire un bel topic che, depurato dalle offese varie, potrebbe scendere sotto le 200 pagine ^___^
Al di lą della battuta lo leggerei con interesse.

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciņ che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciņ che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 17 agosto 2007 : 19:10:16  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il cacciatore di aquiloni

Anzitutto un'assaggio della trama (che rubo da qualche sito):
La storia di un'amicizia e di un terribile segreto in un libro intenso e appassionante, pubblicato in dodici Paesi.
[spoiler]"Amir e Hassan sultani di Kabul" scrive Amir sull'albero dove lui e l'amico Hassan si arrampicano in cerca di mille avventure. Nell'Afghanistan ai tempi del re i due ragazzi vivono come fratelli, anche se il papą di Amir č un ricco commerciante mentre Hassan č figlio del servo Ali. Insieme, fanno volare gli aquiloni. E un brutto giorno, in un vicolo di Kabul, la loro vita cambia per sempre... Solo venticinque anni dopo, quando Amir riceve una telefonata nella sua casa di San Francisco, capisce che deve saldare i conti con il passato. E, in nome dell'amicizia che lo lega ad Hassan, tornerą a Kabul: nell'ultimo atto di un romanzo che tocca il cuore.[/spoiler]

"C'č un solo peccato. Il furto... Se dici una bugia a qualcuno, gli rubi il diritto alla veritą".
In questa frase c'č il succo di questo incredibile romanzo, dove si intrecciano molte strade: l'esistenza tutto sommato agiata di un bambino afghano di buona famiglia, con il servo-amico Hassan; gli avvenimenti politici, le tragedie della guerra e della distruzione, i Mujaheddin, i Talebani; il tentativo di un figlio di essere apprezzato dal padre che lo porta a scelte che influenzano l'esistenza di molte persone ed anche a determinati sensi di colpa; una mole di bugie, di cose non dette, di cose dimenticate...

Che dire, bravissimo l'autore nel descrivere tutte queste strade, dal carattere dei personaggi e la loro complessitą psicologica, alla situazione dell'Afghanistan vista con gli occhi di un adolescente (e poi uomo); bravissimo nell'orchestrare la trama come un cerchio (una, tante colpe e una redenzione possibile), un cerchio che deve essere obbligatoriamente chiuso e viene chiuso nei modi pił impensati (...

Un libro che mi ha catturato da subito, mi ha commosso enormemente, mi ha fatto venire morsi allo stomaco e sognare, mi ha fatto assimilare bricioli di vita e di conoscenza, soprattutto conoscenza della cultura e del pensiero altrui...


sfido chiunque a leggerlo e a non amarlo.
[:204]

Ora mi faccio prestare quello nuovo appena uscito, "Mille splendidi soli"
[:50]

CollevEnt [:381]
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 20 agosto 2007 : 19:51:16  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Oggi ho finito uno strano libro, regalatomi da un'amica:
7 km da Gerusalemme
di Pino Farinotti (quello del "Farinotti" il dizionario del cinema)


Un romanzo strano e non comune. Abbastanza grezzo nello stile, ma quel grezzo buono di chi porta anzitutto l'essenza del proprio scrivere.

La trama si snoda tutta intorno ad un fatto, un fatto non proprio comune: un uomo sta camminando sotto il sole cocente lungo una strada che parte da Gerusalemme. La direzione č Emmaus, ma poco importa, perché lui non ci arriverą. Si ferma infatti un attimo e fa uno strano incontro: un uomo che dice di essere Gesł.

Tutto nasce da qui e arriva qui... la storia personale di questo pubblicitario di Milano, la disperazione e i suoi incontri... tutto arriva a questo punto...
E molto nasce da questo incontro... a partire dalle domande, dirette, feroci, divertite, inaspettate... e ricordi e storie ancora da concludere...

Interessante la trama, molto. Ingenua in alcuni tratti, ma intensa. Vivida direi. I personaggi sono ben connotati e ognuno ha degli elementi quasi simbolici...

E' abbastanza veloce da leggere per cui lo consiglio... chiunque possa essere quell'uomo incontrato a 7 km da Gerusalemme, č bello vederne le mosse, le parole, le implicazioni...
Mi incuriosirebbe se lo leggesse un non credente... per sapere se ci sono differenze nella lettura del romanzo... visto che credo di no ^_^

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Luthien82
Entino




Da chissą dove


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Inserito il - 05 settembre 2007 : 12:11:44  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Luthien82 Invia a Luthien82 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Consiglio vivamente.
La cattedrale del mare, di Ildefonso Falcones.
Grande affresco della Spegna medievale, scrittura agevole e intelligente.
Un susseguirsi di emozioni sempre differenti e colpi di scena ben piazzati.
Ottima opera prima di un autore che ama la sua terra natale.

Anche la creatura pił piccola muta le sorti del mondo.
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Luthien82
Entino




Da chissą dove


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Inserito il - 19 gennaio 2009 : 17:31:02  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Luthien82 Invia a Luthien82 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Cari Lettori e lettrici o meglio dovrei dire gattofili e gattofili.
In libreria č uscito da qualche mese un libro che si intitola "Io e Dewey" di Vicki Myron. E' la storia di un gatto di biblioteca che sicuramente piacerą agli appassionati dei nostri amici pelosi.

Anche la creatura pił piccola muta le sorti del mondo.
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 19 gennaio 2009 : 19:20:43  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E ai non appassionati?

A parte la storia della gabbianella e del gatto che le insegnņ a volare... non mi ispirano troppo i libri di felini...
dimmi qualcosa di pił... l'hai letto?

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Narya
Entino




Neverland


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Inserito il - 19 gennaio 2009 : 23:40:38  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I gatti mi piacciono parecchio, ma preferisco i cani... comunque mi incuriosisce... anche se al momento ho tipo 2 libri iniziati che leggo qua e lą, pił quelli da leggere per gli esami, pił una decina nuovi da iniziare... non parliamo di tutti quelli che vorrei rileggere... che fatica... [:412]

Sani!
Narya [:363]
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"I amar prestar aen. Han mathon ne nen. Han mathon ne chae. A han noston ned 'wilith."

"Chi rinuncia a combattere per quello che ama, prima o poi si abitua ad amare quello che ha e perde ogni dignitą"
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Luthien82
Entino




Da chissą dove


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Inserito il - 20 gennaio 2009 : 09:20:35  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Luthien82 Invia a Luthien82 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il libro di per se non č un capolavoro della letteratura, ma č molto dolce. Anche qui a Siena c'č una biblioteca che ospita un paio di micioni. Ero curiosa di sapere come si svolgevano le giornate di un gatto bibliotecario.
In ogni caso se non siete appassionati di felini posso consigliare "Firmino" di Sam Savage. Una metafora di tutti quelli come noi che amano i libri. Veri "Topi di biblioteca"[:))]

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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03