Da "Il Gazzettino" <www.gazzettino.it>
Lettere al direttore
26/07/2001
Attaccati dalla Ps ragazzi pacifici e persone anziane
Egregio Direttore,
sono un ragazzo di 25 anni. Mi sono da poco laureato in economia e commercio, sono ormai da 5 anni capo scout e sto prestando servizio civile presso l'Associazione italiana assistenza spastici. Le mie esperienze di vita mi hanno dato la possibilità di maturare la consapevolezza che ci possono essere delle alternative ad un'economia ispirata esclusivamente alla logica del profitto sfociante spesso nel trionfo del più forte a danno di una moltitudine di persone sfruttate. Per tali motivi è diventata una scelta naturale quella di manifestare pacificamente le mie idee in occasione dell'incontro dei G8 , il 21 luglio a Genova. Con me hanno deciso di partecipare altri ragazzi impegnati in associazioni di volontariato.
All'arrivo a Genova ci siamo stupiti nel notare che i temuti "black block", responsabili dei terribili fatti di violenze che hanno rovinato le manifestazioni pacifiche dei giorni precedenti, fossero accampati "tranquillamente" in un parco all'ingresso della città.
Il corteo ufficiale si è comunque svolto in maniera pacifica, mentre in altre zone, esterne ad esso, iniziavano gli scontri tra le forze dell'ordine e quei gruppi intervenuti esclusivamente per sfogare la propria violenza. A circa metà del percorso ci siamo trovati inspiegabilmente accerchiati dalla polizia in assetto antisommossa (nel corteo non vi era nessuno che tirasse sassi). Siamo stati costretti ad addossarci, qualche centinaio di persone, tra i quali anche ragazzi e persone di mezza età ed anziani, ai muri delle case. Avevamo tutti le mani alzate e chiedevamo di non essere attaccati per continuare il regolare percorso della manifestazione. Pochi attimi dopo siamo invece stati investiti da una pioggia di lacrimogeni, sparati anche ad altezza d'uomo. Non avendo alcuna protezione siamo scappati, cercando disperatamente di non lasciare indietro le persone più deboli in mezzo a quel fumo acre.
Le forze dell'ordine hanno accompagnato la nostra fuga continuando a spararci lacrimogeni alle spalle e colpendo coi manganelli chi rimaneva indietro. Alcuni di noi sono stati inseguiti dalla polizia fino a dentro ai palazzi.
Come potremo in futuro avere fiducia nelle persone incaricate di proteggerci ( o di governarci ) dopo gli episodi di cui siamo stati involontari protagonisti?
Marco Albera
Vicenza