VENETO Dalla Margherita a Rifondazione, duro attacco al governo per le gestione dell’ordine pubblico al summit. «Il carabiniere, ci fa una enorme pena»
Cacciari: di stampo cileno il blitz notturno nella scuola
Venezia«La colpa non è del carabiniere che ha sparato: mi fa pietà, a 20 anni, circondato, può anche perdere la testa. La responsabilità è politica, del governo che ha voluto metodi cileni, alla Pinochet» (Cacciari). Ma ciò che preoccupa di più «è che a Genova è stato cancellato il patto fiduciario con le istituzioni» (Variati). «Non dobbiamo permettere che il governo del Veneto, seppure di centrodestra, si appiattisca sull'esecutivo nazionale» (Zanonato). «Solo la canizie mi ha evitato di tornare con la testa rotta» (Mauro Tosi).
Tutti schierati i responsabili di centrosinistra e di sinistra del Consiglio regionale del Veneto, per presentare una mozione che vogliono sia discussa la prossima settimana dal "parlamento" veneto così da affrontare in modo nuovo i temi della mondializzazione. «Se federalismo deve essere - dice Zanonato - è giusto che il Veneto dica la sua Kyoto, sul debito dei Paesi poveri, sull'Aids».
Già, perché da Cacciari e Variati (Margherita) a Zanonato (Ds) a Tosi (Rifondazione) il risultato del G8 «è stato miserabile». Cacciari affonda il colpo: «Sono stati ribaditi gli impegni presi dai precedenti vertici. Ma vi pare che stanziare la metà della cifra prevista per l'assestamento in Finanziaria, sia volere risolvere il problema Aids? Sono questi i valori del mondo?». E pensare che quanti hanno dimostrato a Genova («un grazie a tutti loro che invitiamo ad ottobre ad un'assemblea per definire il piano regionale per la cooperazione») confidando nel dialogo, si erano preparati per mesi con dibattiti, incontri. Soprattutto il mondo cattolico «la Chiesa in prima fila». Ma allora, non doveva essere un corteo "anti"? «Ma no - spiega Cacciari - una parte è "contro", ma c'è una maggioranza che discute l'attuale globalizzazione e afferma, giustamente, che è una pseudo-globalizzazione».
Una protesta rovinata «dall'incapacità di chi doveva gestire l'ordine pubblico», da «questo governo che non è riuscito (o non ha voluto?) a tutelare un corteo pacifica e a reprimere gli eversori, colpendo nel mucchio». Già perché, la costruzione è di Cacciari, «l'ordine era di difendere la zona rossa, quel set di Beautiful di Berlusconi. Quanto poteva succedere altrove in città, non aveva importanza». Ed è chiaro che il "cordone" ha istigato qualcuno «alla conquista del set». E c'è scappato il morto, «una tragedia».
E poi il blitz alla scuola. Certo, ammette Cacciari, «qualche autonomo ci sarà anche stato. Però, andiamo, se ero a Genova e avevo la casa aperta e si presentava un anarchico con la testa sfasciato, cosa devo fare, prenderlo per la collottola e portarlo alla polizia perché lo arrestasse?». E stato il blitz l'atto politico più grave, secondo i consiglieri regionali. Chiaro, per loro, l'obiettivo: «L'intervento di stampo cileno è stato dettato dalla volontà di mostrare la connivenza tra Social Forum, movimenti pacifisti, protesta democratica e gli anarchici teppisti».
Perché fare l'incursione di notte? Persino il prefetto Improta, ricorda Franchetto (Margherita), «ha detto che bastava attendere il mattino e fare uscire uno alla volta i ragazzi». È evidente la violazione dello stato di diritto, «la volontà di azzerare la libertà di chi non è "conforme"» sbotta Tosi.
Però farsi rappresentare da Luca Casarini che incitava alla battaglia... «Non so cosa comanda Casarini - interrompe Cacciari - Ma so che i gruppi che hanno aderito alla manifestazione hanno accettato di esserci ma senza alcuna arma, neppure un ombrello». È Agnoletto il portavoce del Forum, dicono Zanonato e Variati. Per Vittorio Agnoletto, cacciato dal ministro Maroni dalla Consulta di esperti sulle tossicodipendenze, l'assessore del Comune di Venezia, Beppe Caccia, ha chiesto l'immediato reintegro.
Giorgio Gasco