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Merry
Entino




Pepperland


1762 Messaggi

Inserito il - 06 marzo 2005 : 17:04:04  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I libri più belli si accompagnano a sensazioni che vanno oltre la semplice lettura. Le vicende in essi narrate fanno germogliare esperienze curiose ed inaspettate nella nostra vita e nel nostro mondo.

Non sapevo se inserire tutto questo in chat asincrona o negli argomenti di riflessione, ho optato alla fine per un topic nella sezione biblioteca.

Tutto è iniziato in una fredda serata dello scorso Novembre. Nel tragitto tra casa e lavoro spesso mi fermo a comprare il giornale o dei fumetti presso un'edicola vicino alla stazione. L'edicolante, un uomo asciutto e robusto sulla cinquantina, è un patito di Tex e Magico Vento e non c'è voluto molto perché nascesse quella sorridente cordialità propria di chi trova "alleati" di letture.

Quella sera, l'argomento non sarebbe stato Tex né Magico Vento: compravo un'edizione di "Ivanhoe" di Walter Scott, dicendo che è uno dei libri più belli che io abbia mai letto. L'uomo mi raccontò la sua esperienza con
IL CONTE DI MONTECRISTO di Alexandre Dumas.

"L'avevo qui ed ho iniziato a leggerlo per ammazzare il tempo... non sono più riuscito a staccarmi! Mia moglie, che di solito non legge niente, me lo fregava."
Seguiva raccontandomi un punto del racconto: "ci credi?! Mi è venuta la pelle d'oca. La pelle d'oca, giuro. Non riuscivo più a staccarmi." Fa un certo effetto vedere un uomo dalle braccia robuste e tatuate che racconta di aver provato la pelle d'oca leggendo un libro. Come faccio spesso con chi mi consiglia qualcosa con entusiasmo, mi riprometto di prendere anch'io quel disco, quel libro, o di vedere un certo film; ed è ciò che promisi appunto all'edicolante.

Purtroppo in quei giorni non mi sono fermato molto in libreria, e non pensavo al conte di Montecristo. L'occasione si è presentata a metà Gennaio proprio presso la solita edicola, c'era il romanzo in edizione economica, ed ho pensato di cogliere l'occasione al volo. Quel giorno ho rischiato di arrivare tardi al lavoro, perché l'edicolante era ben felice di parlarne ancora.

"Il Conte di Montecristo" è davvero un bel libro, coinvolgente, entusiasmante, "ancora un capitolo poi chiudo!". Si porta dietro tutto un mondo, soprattutto quando si dice ad un anziano: "Sto leggendo il Conte di Montecristo". Nominarlo significa vedere occhi che brillano e corrono lontano "Aaah, il Conte di Montecristo, che bello, che bello!". C'è chi si ricorda di uno sceneggiato televisivo, chi ne parla come se fosse una persona viva e reale "Ah, il conte di Montecristo, certo che gliene hanno fatte passare di tutti i colori a quell'uomo! Di tutti i colori!".

Un edicolante, un pizzaiolo, un'insegnante in pensione, un operaio: in questi giorni non hanno mai mancato di chiedermi "Allora come va con il conte di Montecristo? A che punto sei, cosa sta facendo?". Tutti ne vogliono parlare come se si fosse davvero nella Parigi dell'Ottocento e fosse comparso davvero il conte tra noi, "bucando" le pagine e trasmettendo il suo magnetismo e la sua energia fuori da esse.

"Solo un libro"? Chissà. (bellissimo, leggetelo, ma l'avrete già fatto..)

H is for "hurry"
E is for "ergent"
L is for "love me" and
P is for "p - p - please, heelp!!"

Mitakuye oyasin!

Silma
Ent




Abruzzo


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Inserito il - 13 marzo 2005 : 16:45:06  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho letto il libro di cui parli...non sono più capace di prenderlo in mano. Non so come spiegarlo, è troppo...come dire...l'autore affonda troppo nell'animo umano e soprattutto troppo nei suoi sentimenti più neri...cominci quasi ad avere paura della gente, perchè ti rendi conto che quell'Edmondo, che tanto ispirava compassione e simpatia, partecipazione nella sua condizione di vittima dell'ingiustizia e della politica, ecco che si adopera in maniera sconvolgente per far patire ad altri quello che ha patito lui ed anche peggio, fino alla morte. E lo fa non con freddezza, ma con calcolo, pienamente consapevole di ciò che sta facendo. Sarà la fortuna di tanti altri, dei due giovani innamorati di cui ho dimenticato il nome prima di tutti, ma tutto il filo della sua vita è condotto da una parola: vendetta. Neanch'io riuscivo a staccarmene, perchè...ti trascina in un abisso di ombre e di luci, ma così freddo...
Non so, forse prima o poi riuscirò a riprenderlo per trarne, forse, un'impressione diversa, ma questo libro, come solo un altro, "Notre Dame de Paries" di Victor Hugo, è riuscito a darmi sopra tutte questa sensazione: freddo. Tanto freddo. Il freddo di una lacrima ghiacciatasi su un volto scavato, posato su squallide pietre, uniche testimoni di essa.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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Merry
Entino




Pepperland


1762 Messaggi

Inserito il - 13 marzo 2005 : 17:05:44  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ti ringrazio delle tue impressioni, Silma. Sì, è verissimo, Dumas vi ha dipinto a tinte forti diversi aspetti dell'animo umano. E' vero, è il romanzo della vendetta, anche se ci sono momenti in cui Edmondo sospetta di essersi spinto troppo oltre, almeno finché non torna a far visita al castello d'If.

Io ne ho tratto un'impressione diversa dalla tua, un gran senso di energia, un non volersi arrendere neanche con la morte in faccia, un risorgere dall'abisso per raddrizzare i torti fatti a sè stessi ed ai propri cari.

"Notre Dame de Paris" mi ha invece lasciato un gran senso di malinconia... sì, anche freddo, ma solo alla fine. Forse la sensazione più giusta per me ed il romanzo di Hugo è "dolore".

Sei molto poetica nelle tue descrizioni...

*** *** ***

Ah, spiego meglio il senso di questo topic, ringraziando ancora Silma: chi vuole racconta non solo come un libro abbia mosso il suo animo interiore, ma anche il mondo e le persone intorno a sè. Io, per esempio, non mi aspettavo di trovare tanto entusiasmo da tante persone diverse intorno al Conte di Montecristo, e tanto interesse a volerne parlare.

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Modificato da - Merry in data 13 marzo 2005 17:06:54
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Silma
Ent




Abruzzo


2934 Messaggi

Inserito il - 16 marzo 2005 : 21:27:19  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Energia...già, è presente in parte molto grande. Sai, per me è sempre difficile, anche leggendo un libro, staccarmi dalla visione cattolica dell'anima di una persona, per questo quei due libri mi hanno ispirato un gran freddo. E si, anche tanta pietà.

Ti ringrazio per il complimento...ho uno spiccato gusto della descrizione. Mi dico e mi dicono poeta, ma forse è una definizione azzardata. Menestrello, semmai[:I]

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Merry
Entino




Pepperland


1762 Messaggi

Inserito il - 17 marzo 2005 : 20:52:19  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I menestrelli sono poetici in quanto tali, pensiamo ad Angelo Branduardi od ai Lingalad... ok, off topic a parte... [:)]

Mi è venuto in mente che la componente "fredda" c'è eccome, anche se non è ciò che il romanzo mi ha comunicato maggiormente. E' infatti vero che il Conte viene da alcuni personaggi sospettato di essere un vampiro.

ATTENZIONE SPOILER Il Conte di Montecristo
A proposito di visione cattolica o religiosa in genere, mi viene in mente che forse il Conte un peccato ce l'ha, ed è quello di ritenersi lui stesso un esecutore della giustizia divina. Penso al personaggio dell'abate Busoni. Le sue vendette viste come parte di un disegno più grande della storia della sua vita e di chi ne ha fatto parte.


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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


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Inserito il - 17 marzo 2005 : 22:42:15  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Merry, il mio ricordo di Edmond Dantes, è legato al 1966 quando lo vidi per la prima volta in tv come sceneggiato. Andrea Giordana allora giovanissimo e idolo delle ragazzine, come me, è stato un validissimo interprete, forse oggi si direbbe un poco troppo serio e compassato ma io lo ricordo con tanto affetto.

Il conte di Montecristo non è solo una storia avventurosa, ma raccoglie in se anche moltissimi sentimenti, l'amore mai sopito per la sua Mercedes, la figura del saggio Abate Faria, Danglars pieno di invidia, Mondego-Morcerf colui che ha tradito e l'ambizioso Villefort.... c'è amicizia, coraggio, e anche il perdono....

Un bellissimo libro ma quel che più mi dispiace è che molti ragazzi oggi non leggano più queste avventure, forse fuori dal tempo ma ogni libro in se avrà sempre un lato di modernità, perchè alcuni capolavori sono eterni.
[:)][:50]

Trilly

<> <> <> <> <> <> <> <>
Lasciami le chiavi dove sai
fammi trovare una sedia e del buon vino
chiunque tu sia ti restero' vicino
carta e penna perche'
questo nuovo messaggio e' per te !
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 17 marzo 2005 : 23:53:14  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi sono avvicinato a John Le Carrè (forse il più grande scrittore di spionaggio in circolazione) quando andavo alle superiori e divoravo libri su libri... Mia madre per le vacanze si era presa "La Talpa"... ma alla fine non se lo era mai letto... così un giorno lo presi e ne rimasi conquistato...
In realtà l'ho letto due volte e la prima non ci avevo capito troppo... ma forse è stato anche per quello che mi ha conquistato... questo intrecciarsi di sentimento e ragione... di alti ideali e basse necessità, di tradimenti e incredibili finzioni... una continua caccia al bugiardo in cui chiunque ti può mentire... in cui anche il protagonista vacilla e dubita di sè...
Questo protagonista, George Smiley, così normale da provocare un'identificazione quasi istantanea, con i suoi problemi, i suoi numerosi fallimenti, il suo non sentirsi amato nè compreso... E allora dopo essermi immerso nel mondo del MI-6 vedevo la realtà in maniera diversa...
Questo portare il libro dentro la mia vita è diventato quasi plateale un'estate in cui avevo iniziato "La Tamburina", una scena del quale era proprio ambientata sulle spiagge greche... Un uomo con il corpo segnato da cicatrici, un gruppo di ragazzi in vacanza... un mondo sotterraneo che si ha paura di scoperchiare eppure ci attrae...

E soprattutto una serie di sospetti e dubbi, tecniche per nascondere la verità, tattiche di dialogo, giochi sottili di mezze verità e tentativi di scoprire l'altro...
E' stato così che ho sviluppato una specie di sfida con me stesso nell'osservare le persone intorno a me, immaginare cosa potessero nascondere, capire dalle loro espressioni cosa potevano voler dire... E la capacità di nascondere le emozioni, i pensieri e le proprie informazioni...
Un gioco che mi aveva preso in definitiva un po' la mano... Forse anche da quello ho mutuato una certa predilezione verso chi dice sempre tutta la verità senza bisogno di indagare... e un'insofferenza verso quelli che fanno il doppio gioco... più che un'insofferenza uno stupito chiedersi il perchè si debba per forza fare giochetti occultatori o aspettare sempre che sia l'altro a capire...

ho cercato di rimanere "in topic" [:D] più o meno...

poi la Rosie ci parlerà degli abitanti di Dune e del suo non bere acqua... [;)]

CollevEnt [:5]
_________
luce, luce lontana, che si accende e si spegne...
quale sarà la mano, che illumina le stelle...
mastica e sputa, prima che venga neve... [:115]
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Merry
Entino




Pepperland


1762 Messaggi

Inserito il - 22 aprile 2005 : 21:53:41  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non sapevo dove metterlo, se nelle "news dal mondo" o negli "argomenti di riflessione". Poi ho pensato che "il mondo oltre le pagine" andava bene per il mondo che esce dai racconti di vita vera, vissuta.

Martedì 9 Marzo 2004
"E' difficile stare ad ascoltare il sergente del mio plotone che dice: <<Se decidete di uccidere un civile che a prima vista vi sembra minaccioso, sparategli pure. Preferisco riempire qualche modulo in più piuttosto che vedere un mio soldato ucciso da un qualche straccione.>>. Ci insegnano che se qualcuno ha anche solo l'aria minacciosa è meglio che agiamo, prima di essere noi a subire. Io non sono stato cresciuto così, nel terrore, e mi ci vorrà un po' per abituarmi. Qui qualcuno si è arrabbiato molto con me, e ad un certo punto stavano per congedarmi a causa delle continue discussioni e della mancanza di rispetto per il mio comandante capo (<<W>>)

Willy lo specialista.


E' una delle tante lettere dei soldati americani al fronte in Irak. Il libro di Michael Moore che le raccoglie, Ingannati e traditi, esce Lunedì.

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Merry
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Pepperland


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Inserito il - 23 ottobre 2005 : 16:59:33  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ieri ho letto un'intervista ad Enzo Biagi a proposito del suo nuovo libro Era Ieri. L'ho trovata molto commovente ed ho intenzione di comperare il libro.
Biagi parla della sua vita, della sua storia giornalistica e del suo allontanamento dalla RAI. Ciò che mi ha colpito è l'animo con cui si lascia andare sul filo dei ricordi... come avere di fronte un vecchio che ci guarda, ma i suoi occhi seguono un orizzonte ancora troppo lontano per noialtri. E' quasi uno spiraglio, una finestra socchiusa sul futuro, e penso a quando arriverà il giorno remoto in cui anche il mio animo guarderà il cielo come lo guardano i vecchi.

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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03